giovedì 6 aprile 2017

Due segnalazioni


A. Deneault, Mediocrazia, Neri Pozza, 2017 

«I mediocri hanno preso il potere» – questa la tesi centrale del libro del filosofo canadese Alain Deneault. Secondo Deneault la presa di potere da parte dei mediocri si deve all’affermarsi della «religione d’impresa», per cui il valore viene misurato sulla base di standard di professionalità, competenze, protocolli, processi di verifica codificati, che forse eliminano il pessimo, però sistematicamente e inevitabilmente promuovono il mediocre e scartano l'eccellente. Ciò avviene in ogni settore: nell’economia, nella politica, nella scienza, nelle aziende … In questo modo, diventa possibile trovarsi a pieno titolo a «preparare pasti per catene alimentari senza saper cucinare, stabilire direttive aziendali senza sapere neppure di che cosa si stia parlando, vendere libri e giornali senza averli neppure sfogliati» (e forse sapendo a malapena leggere). [Aggiungiamo: trovarsi ministri senza avere una laurea, o con un PhD di dubbia fattura.]

Come venirne fuori? Non facile. Deneault intanto propone di «definire le modalità di questi nuovi poteri», «comprendere il loro funzionamento», e prepararsi a rovesciarli (ma quest'ultimo punto non è specificato).



L. Marsili, Y. Varoufakis, Il terzo spazio. Oltre establishment e populismo, Laterza 2017 

Lorenzo Marsili (attivista e giornalista culturale) e l’ex-ministro greco dell’economia Yanis Varoufakis propongono la loro «terza via» tra populismo e potere istituito. L’idea di base è che il «pensiero unico», voce canonica dell’establishment, sta cambiando, a causa di un suo figlio naturale, il populismo, che sta emergendo al potere, come suo ufficiale nemico. È una «crisi esistenziale» del «partito del pensiero unico».

In questa «grande trasformazione», bisognerà «dare risposte concrete», dimostrando che «la richiesta di una nuova democrazia inclusiva ed egualitaria» può trovare soddisfazione. Come fare? L’idea degli autori è un po’ deludente: si tratterebbe di promuovere una «rivoluzione del buon senso», «rimettere al centro il buon senso e avere un programma chiaro: a livello municipale, nazionale ed europeo. Perché di questi tempi avere un programma è un atto rivoluzionario».
In pratica, il libro ci dà argomenti non banali per chiarire che il "populismo nemico dell'establishment" è in realtà una creatura dell'establishment (non per nulla il super-populista Trump è un miliardario con legami politici e alleanze tutt'altro che estranee al potere istituito). Ma non dice molto di più.

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