Ma destra e sinistra – come
categorie politiche, s’intende – sono davvero finite? Si potrebbe dare, a
questo interrogativo, una risposta dal sapore dialeteico: no, ma in parte, e in
un certo senso, sì.In realtà, la contraddizione nei termini non c’è, essendo il
“no” e il “sì” relativi a due livelli diversi del discorso.
Primo
livello. Destra Vs Sinistra.
La domanda alla base del Call for Post contiene un’opzione
implicita che vale la pena di mettere in chiaro. Si parla di “Destra” e “Sinistra”
al singolare, tacitamente assumendo come dato acquisito che vi siano (o vi siano
state) una destra e una sinistra. Ciò, però, non corrisponde
al vero. Di sinistre e di destre ve ne sono più d’una. Difatti, abbiamo
perlomeno: a)Destra1, cioè la Destra più comunemente intesa,
illiberale, antidemocratica e anticapitalistica. Abbastanza noto il Pantheon di riferimento: autori come De
Maistre, De Bonald, e poi Nietzsche, Heidegger (che però sono usati/declinati
anche a sinistra), Spengler, Schmitt, Evola, per citare solo i più noti; b) la
Destra2, che potremmo definire liberal-comunitaria. Rispetto alla
Destra1 c’è una discontinuità: ci si muove all’interno del perimetro
della democrazia liberale. Permangono
però il primato della comunità sul singolo, il riconoscimento del ruolo
pubblico della religione, la ripulsa degli atteggiamenti libertari sul piano
etico, la critica della scienza (ad esempio, le polemiche sul darwinismo), la
diffidenza verso il mercato, la globalizzazionee la propensione per le economie
statalizzate (in questo orizzonte si possono collocare il pensieroteocon
americano, la Nouvelle Droite francese,
filosofi come Del Noce, politologi come Fisichella, iniziative editoriali come
quella de Il Fogliodi Ferrara, movimenti
politici come “La Destra” di Storace); c) la Destra3, quella
liberal-individualistica, che mette al centro l’individuo, la sua piena libertà
e facoltà di agire, con un solo principio limitativo: il neminemlaedere. La Destra3 ha nella difesa del libero
mercato uno dei suoi punti centrali: esso altro non è se non l’espressione del
libero agire e interagire degli individui. Inoltre, libero mercato e democrazia
vengono visti come untutt’uno: simulstabunt,
simulcadent. Tra i riferimenti, Nozick, Von Hayek. In Italia, filosofi come
Antiseri o movimenti politici come “Futuro e libertà”. Per quanto riguarda la
sinistra, anche qui abbiamoabbiamo perlomeno: a) Sinistra1, la
Sinistra direttamente collegata al pensiero di Marx-Engels che, partendo da una
concezione filosofica della storia come movimento dialettico, giunge a
teorizzare il superamento della democrazia liberale, dell’economia di mercato,
del capitalismo in vista di un approdo finale, la società comunista; b)
Sinistra2, che prende congedo dalla filosofia della storia
hegelo-marxista, accetta la democrazia liberale mantenendo però un
atteggiamento severamente critico verso libero mercato e capitalismo, e
propugnando un generalizzato libertarismo sul piano etico (si pensi a un
filosofo-politico come Vattimo o un partito come Sel); c) Sinistra3,
la sinistra liberale-riformista, che ha un atteggiamento apertamente friendly
verso il libero mercato, difende il merito, la riduzione del peso dello stato
nell’economia e la libera concorrenza (si possono citare economisti come
Giavazzi e Alesina, giornalisti come Macaluso e Polito, politici come Enrico
Letta).
Ora, è chiaro che parlando di
“Destra” e “Sinistra” – essendoormai sostanzialmente fuori corso la Destra1
e la Sinistra1 – oggi si deve parlare di dueDestre e di due
Sinistre. La cosa alquanto singolare però, che non viene messa adeguatamente in
evidenza, è che esiste un doppio livello di incompatibilità. Cioè la Destra2
è incompatibile con la Sinistra1 e la Sinistra2ma anche, e abbastanza radicalmente, con
la Destra3. Analogamente, la Sinistra2 è incompatibile,
con le due Destre ma anche,
altrettanto radicalmente, con la Sinistra3. Quindi ci ritroviamo con
due Destre che sono tra loro incompatibili almeno quanto ognuna di esse lo è
con ciascuna delle Sinistre. E viceversa.
Secondo
livello. Destra = Sinistra
Questa situazione porta, a
livello della percezione dei cittadini, ad un azzeramento delle differenze. La
fine dell’epoca ideologica ne è la causa principale. Cadute le ideologie
infatti, che avevano un carattere onnipervasivo, colonizzando perfino la
dimensione privata del vivere, sono venute meno le possibilità di identificare
inequivocabilmente i due poli. In aggiunta, c’è la crescente complessità dei
problemi politici, inevitabilmente intrisi di contenuti tecnici (economia,
diritto, scienza politica), e dunque non facilmente accessibili. Deideologizzazione
e tecnicizzazione della politica portano cosìad una notevole complicazione dello
spettro politico, determinando una tassonomia complessa e poco decifrabile.
L’esito è scontato: confusione e indiscernibilità; il non sapere più – per
riprendere il celebre interrogativo di Gaber, qui fedele interprete del senso
comune – cos’è la Destra e cos’è la Sinistra.
Naturalmente, al di là di Destra e Sinistra, i cittadini scelgono. Si dividono. Ma
non già, appunto,in relazione al binomio concettuale Destra/Sinistra, cioè
sulla base di percorso motivazionale razionalmente articolato.A determinare gli
orientamenti, superficiali e spesso estemporanee sollecitazioni provenienti dai
media (la tv in testa), usati in modo
palesemente strumentale dai politici. Questo è uno dei punti cruciali, giacché il
ruolo distorcente dei mezzi di comunicazione(la videocrazia di cui parla
Sartori)non può che condurre al populismo, che è fenomeno sempre più
consistente nelle democrazie contemporanee. Ricette generiche e
contraddittorie, qualunquistici proclami antisistema ne costituiscono il tratto
essenziale (si pensi a Berlusconi che continua incredibilmente a veicolare di
sé l’immagine di homo novus, lontano
dalla “politica di palazzo” o al movimento di Grillo).
Conclusione
Tirando le somme, possiamo in conclusione
dire che Destra e Sinistra esistono,
e il loro dominio è rappresentato da quello che possiamo indicare come un
sottoinsieme non vuoto del Terzo Regno di Frege (o del Mondo3 di
Popper): il Pensiero politico.Ontologicamente
vi sono (almeno) tre Destre e tre Sinistre.Tuttavia esse non sono percepibili,
cioè sonoepistemicamente poco o per
nulla accessibili. È un problema abbastanza serio, di cui ci si dovrebbe
preoccupare di più. La mancanza di cultura politica dei cittadini, come insegna
Dahl, può mettere a repentaglio la vita di una democrazia.
Francesco Gusmano
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"legalità", "rivoluzione", "sinistra": impariamo a riconoscerle
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Che eccelsi programmi politici girano di questi tempi! Roba che viene da dire: ma come, tutto qui? Al di là delle lacune, di terribile importanza, di tali programmi, tre warning s'impongono nell'ennesimo momento elettorale: i richiami alla "legalità" e ad una presunta "rivoluzione" fatti da alcuni ed il generale concetto di "sinistra".
In merito alla legalità, paradossalmente ben altro è l'impegno cui noi esseri umani dobbiamo prioritariamente dedicarci. Occorre infatti rimettere in discussione l'intero nostro impianto e sistema giuridico, partendo dalla constatazione che esso è un insieme di leggi redatte da governi regolarmente commissionati da elite, lobby, mafie e potentati d'ogni genere, nelle varie epoche storiche che si sono succedute. Con delle norme come quelle che abbiamo collezionato, che così spesso si discostano dal giusto e dal meglio, non è ben più opportuno rivedere l'intera nostra biblioteca giuridica piuttosto che focalizzarci su una legalità così discosta dalla realtà?
Le leggi vanno comunque rispettate e vabbene. Ma quanto può valere oggi un richiamo alla legalità se questa non persegue ciò che deve? Se siamo al punto che fan più danni coloro che applicano le leggi che tanti trattati come criminali non perché abbiano fatto del male ma solo perché hanno infranto leggi che non dovevano essere scritte?
E passiamo all'idea di "rivoluzione" cui alcuni si richiamano per attrarre gonzi che mai vengono a mancare. Una novità perfino ìlare di queste elezioni sono gli statali, gli assunti a vita nel "pubblico", che, scesi in campo perché non se li filano più nè a destra nè a sinistra, si presentano in proprio come "rivoluzionari". Pazzesco: statali che invocano la rivoluzione! Ma quando mai può esser vera una cosa simile?! La RIVOLUZIONE è cosa da CITTADINI e gli statali NON sono cittadini, NON sono nostri pari. Gli statali possono fare solo la REAZIONE.
Da sessant'anni ci tocca un Pubblico Impiego chiuso, impartecipabile da noi comuni mortali, FEUDO PERSONALE degli ASSUNTI a VITA, ereditato pari pari dalla monarchia e dal fascismo, un obbrobrio che non avrebbe dovuto sopravvivere alla caduta dei tiranni e che invece è giunto fin qui proprio per colpa di questa casta, di questa congrega cosa altra, estranea alla democrazia. Ora questi tizi, dei quali tanto la destra quanto la sinistra si sono stufate, tirano fuori la parola "rivoluzione". Non vi fate ingannare: son sempre e solo dei REAZIONARI.
Chi contravviene al fondamento del comunismo: IL BENE COMUNE VA CONDIVISO non può essere un compagno, non può essere di sinistra ma di tutt'altra parte. Da decenni gran parte degli statali si spacciano per compagni, si dicono di sinistra. Ma che cappero di compagno è colui/colei che s'appropria di un sacro bene comune quale è un pubblico impiego? Non possono essere di sinistra, costoro, ma di destra. Ecco perché i conti non tornano mai.
Chi desidera un nuovo mondo, si tenga ben lontano da questa gente.
Molte son le cose da fare ma certo non son costoro a poterle fare.
Siamo noi signori nessuno a dover lavorare per scovare la verità.
Danilo D'Antonio
Monti della Laga
Appennino Centrale
tel. 339 5014947
PER UN ORDINE PUBBLICO DEMOCRATICO:
http://www.hyperlinker.com/ars/opd.htm
http://www.hyperlinker.com/ars/occupy_wsf.htm
http://www.hyperlinker.com/ars/il_sogno_di_ogni_vita.htm