A. Deneault, Mediocrazia,
Neri Pozza, 2017
«I mediocri hanno preso il potere» – questa la tesi centrale
del libro del filosofo canadese Alain Deneault. Secondo Deneault la presa di
potere da parte dei mediocri si deve all’affermarsi della «religione
d’impresa», per cui il valore viene misurato sulla base di standard di
professionalità, competenze, protocolli, processi di verifica codificati, che forse eliminano il pessimo, però sistematicamente e inevitabilmente promuovono il mediocre e scartano l'eccellente. Ciò
avviene in ogni settore: nell’economia, nella politica, nella scienza, nelle
aziende … In questo modo, diventa possibile trovarsi a pieno titolo a «preparare
pasti per catene alimentari senza saper cucinare, stabilire direttive aziendali
senza sapere neppure di che cosa si stia parlando, vendere libri e giornali
senza averli neppure sfogliati» (e forse sapendo a malapena leggere). [Aggiungiamo:
trovarsi ministri senza avere una laurea, o con un PhD di dubbia fattura.]
Come venirne fuori? Non facile. Deneault intanto propone di
«definire le modalità di questi nuovi poteri», «comprendere il loro
funzionamento», e prepararsi a rovesciarli (ma quest'ultimo punto non è specificato).
L. Marsili, Y. Varoufakis, Il terzo spazio. Oltre establishment e populismo, Laterza 2017
Lorenzo Marsili (attivista e giornalista culturale) e
l’ex-ministro greco dell’economia Yanis Varoufakis propongono la loro «terza
via» tra populismo e potere istituito. L’idea di base è che il «pensiero
unico», voce canonica dell’establishment, sta cambiando, a causa di un suo
figlio naturale, il populismo, che sta emergendo al potere, come suo ufficiale
nemico. È una «crisi esistenziale» del «partito del pensiero unico».
In questa «grande trasformazione», bisognerà «dare risposte
concrete», dimostrando che «la richiesta di una nuova democrazia inclusiva ed
egualitaria» può trovare soddisfazione. Come fare? L’idea degli autori è un po’ deludente: si tratterebbe di promuovere una «rivoluzione del
buon senso», «rimettere al centro il buon senso e avere un programma chiaro: a
livello municipale, nazionale ed europeo. Perché di questi tempi avere un
programma è un atto rivoluzionario».
In pratica, il libro ci dà argomenti non banali per chiarire che il "populismo nemico dell'establishment" è in realtà una creatura dell'establishment (non per nulla il super-populista Trump è un miliardario con legami politici e alleanze tutt'altro che estranee al potere istituito). Ma non dice molto di più.