tag:blogger.com,1999:blog-49509338362856622622023-11-16T07:40:10.390-08:00filosofia pubblicafilosofia pubblicahttp://www.blogger.com/profile/18237043161935154663noreply@blogger.comBlogger11125tag:blogger.com,1999:blog-4950933836285662262.post-57019631081202847622017-06-30T02:53:00.001-07:002017-06-30T03:02:32.867-07:00Uccidersi per difendere la verità? Perché no?<br />
<div align="center" style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: center;">
<span style="color: #0f0605; font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; margin: 0px;">Intervista
a </span></div>
<div align="center" style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: center;">
<span style="color: #0f0605; font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; margin: 0px;">Nicla
Vassallo</span></div>
<div align="center" style="line-height: 12pt; margin: 0px; text-align: center;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; margin: 0px;">(</span><a href="http://www.niclavassallo.net/"><span style="color: blue; font-family: "calibri";">http://www.niclavassallo.net/</span></a><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; margin: 0px;">) </span></div>
<br />
<div align="center" style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: center;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; margin: 0px;">Di Riccardo
Malatto<a href="file:///C:/Users/fmcdag/Desktop/Intervista%20a%20Nicla%20Vassallo-REV-2.doc#_ftn1" name="_ftnref1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""><span style="margin: 0px;"><span style="margin: 0px;"><span style="margin: 0px;"><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 115%; margin: 0px;"><span style="color: blue;">[1]</span></span></span></span></span></a></span></div>
<div align="center" style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: center;">
<span style="color: #0f0605; font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; margin: 0px;">Genova,
26/06/2017</span></div>
<br />
<div align="center" style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<div align="center" style="line-height: 12pt; margin: 0px; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 12pt; margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Nicla
Vassallo, filosofa molto nota in Italia e altrove, si è specializzata al King’s
College di Londra ed è attualmente professore ordinario di Filosofia teoretica
presso l’Università di Genova e associata dell’ISEM–CNR. La sua figura di intellettuale
si distingue per l'eleganza intellettuale, il rigore e insieme la chiara consapevolezza della propria
funzione pubblica. Il suo pensiero e le sue ricerche scientifiche hanno portato
novità rilevanti nei settori dell’epistemologia, della filosofia della
conoscenza, della metafisica, dei gender studies. </span></div>
<div style="line-height: 12pt; margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Autrice,
coautrice o curatrice di ben oltre centocinquanta pubblicazioni, della sua
importante produzione scientifica, in italiano e in inglese, ci limitiamo a
ricordare i volumi più recenti: <em>Filosofia delle donne</em> (Laterza 2007), <em>Teoria
della conoscenza</em> (Laterza 2008),<em> Knowledge, Language, and
Interpretation</em> (Ontos Verlag 2008), <em>Donna m’apparve</em> (Codice
Edizioni 2009), <em>Piccolo trattato di epistemologia</em> (Codice Edizioni
2010), <em>Terza cultura</em> (il Saggiatore 2011), <em>Per sentito dire</em>
(Feltrinelli 2011), <em>Conversazioni</em> (Mimesis 2012), <em>Reason and
Rationality</em> (Ontos Verlag 2012), <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Frege
on Thinking and Its Epistemic Significance</i> (Lexington–Rowman &
Littlefield 2015), <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Il matrimonio
omosessuale è contro natura: Falso!</i> (Laterza 2015), <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Breve viaggio tra scienza e tecnologia con etica e donne</i> (Orthotes
2015), <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Meta-Philosophical Reflection on
Feminist Philosophies of Science</i> (Springer, New York 2016). </span></div>
<div style="line-height: 12pt; margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Al
presente lavora su diversi aspetti dei rapporti affettivi e amorosi in
relazione alle istituzioni, specie eteronormative, e sulla sovrabbondanza, nella
nostra società, di semplificazioni stereotipiche riguardo il <i>sex&gender</i>
in rapporto alla complessità dell’identità metafisica e dell’identità
personale. Inoltre, un tema tuttora costante nella ricerca di Nicla Vassallo, è
l'indagine delle questioni legate al problema dell’ignoranza, in che modo si
manifesta, quali sono le cause e i modi per porvi rimedio. Ha vinto il premio
di filosofia “Viaggio a Siracusa” nel 2011. Dal Fai è stata giudicata la
“filosofa italiana dalla brillante carriera internazionale”. Fa parte di
consigli direttivi e comitati scientifici presso autorevoli riviste
specialistiche, ed è membro attivo di numerose associazioni e fondazioni.
Scrive di cultura e filosofia su diverse testate giornalistiche<em>.</em> Ha
pubblicato due raccolte di poesie, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Orlando
in ordine sparso</i> (Mimesis 2013) e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Metafisiche
insofferenti per donzelle insolenti</i> (Mimesis 2017).</span></div>
<div style="line-height: 12pt; margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Quella
che segue è un’intervista realizzata da uno studente della facoltà di Filosofia
di Genova, incentrata sul rapporto tra filosofia e vita: un rapporto in cui
Nicla Vassallo crede profondamente, al punto da pensare alla propria stessa
vita come un impegno irriducibile alla difesa della verità e della conoscenza,
secondo l’insegnamento degli antichi e dei più grandi tra i filosofi. </span></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Al
giovane che fa filosofa viene a volte rimproverato dai suoi colleghi iscritti a
discipline scientifiche, di rimanere per sempre uno studioso di filosofia, e di
non diventare mai un “vero professionista”, ossia un ingegnere, un medico, un
avvocato, un fisico, un matematico ecc.</span></i></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Dipende sempre con chi studia e dove
si studia. Mentre in alcuni tempi bui abbiamo avuto l’onore di un Cartesio
(filosofo e matematico; al contempo, evoluto nel suo dialogare razionalmente
con donne quali </span><span style="margin: 0px;"><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">la
principessa Elisabetta del Palatinato e Cristina di Svezia), oggi, purtroppo,
eccezioni a parte, gli scienziati puntano all’iperspecialismo nel proprio
settore, e alla fama, e per la filosofia nutrono scarso interesse. E pensare
che molti progetti che fisici, ingegneri e professionisti di altro genere hanno
portato a termine sono nati, in origine, da idee di filosofi che con loro hanno
collaborato. Oppure gli stessi “veri professionisti”, come lei li ha chiamati,
hanno indossato un doppio vestito che siamo soliti attribuire a categorie distinte.
Albert Einstein, Werner K. Heisenberg forse prima che fisici sono stato
filosofi, in molti casi il confine non è tracciabile in modo definito. Se la
tendenza dovesse continuare in questa direzione di eccessiva settorialità si
avranno sempre meno Oliver Sacks, per citare un altro personaggio che ha speso
la sua vita nel dialogo interdisciplinare con la filosofia. Purtroppo anche sul
fronte filosofico le cose non stanno procedendo meglio. Troppi scrivono, per
esempio, di filosofia della medicina o filosofia della fisica, senza aver mai
studiato con la serietà necessaria le scienze in questione. A rimetterci non
può che essere la conoscenza.</span></span><span style="margin: 0px;"><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">
Per fortuna ci sono ancora molte persone che perseverano nel lavoro di qualità,
nella convinzione che prima di parlare è bene conoscere e che, rimanendo
ancorati alla propria nicchia privilegiata, gran parte di ciò che sappiamo sul
mondo ci sfuggirà. Speriamo abbiano il giusto riconoscimento.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: #0f0605; font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">A differenza di altri professori, lei si pone in un dialogo
costante con suoi studenti, alla Socrate. Perché? Per “mostrarci” cosa
significhi fare filosofia indicandoci la strada per diventare filosofi?</span></i></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="color: #0f0605; font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Forse perché non sono
presuntuosa. Come potrebbe darsi un filosofo vanaglorioso? Non si tratterebbe
di un filosofo. E pertanto qui mi ritrovo amica di Wittgenstein quando sostiene
che in filosofia si traducono i medesimi antichi pensieri in diversi linguaggi.
Il non aspirare a conoscere conduce alla disumanità: lo afferma con nettezza
Aristotele sulle forti spalle di Platone, e ancor prima Socrate e con il suo
“conosci te stesso”, esortazione religiosa e di sapienza oracolare che troviamo
scolpita sul tempio Delfi. Privi di conoscenza e di conoscenza della nostra
identità, ci imbeviamo di quella brutalità che pure Dante, ricordando Ulisse,
aborriva. Per questo sto pensando a un volume contro l’ignoranza. Ignoranza,
tuttavia, non sempre da condannare, quando è origine della consapevolezza di se
stessa e si anima del desiderio di venire superata. Confido fermamente nel
progresso conoscitivo mio e dei miei studenti. Senza menti che collaborino
insieme criticamente e si trasmettano conoscenza per testimonianza ci si
ritroverebbe ancora all’età della pietra. Per questo è indispensabile un progresso
conoscitivo che riguarda se stessi, l’altro-da-sé e il mondo che ci circonda.
Il pensarsi onniscienti o onnipotenti alla Icaro crea invece seri problemi. </span></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
</div>
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: #0f0605; font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Vuol dire in fondo che sta educando un’élite epistemica che poco
a che fare con la massa? A cosa ci riferiamo quando parliamo di verità?</span></i><br />
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">La conoscenza è una questione
elitaria solo in quanto arricchisce la nostra identità personale, la nostra
singolarità, quotidianamente, secondo per secondo: pochi ne prendono atto.
Mentre la cultura di massa – “<i>popular culture</i>”, ossia una cultura
intrecciata al potere – si collega più alla stereotipizzazione, non alla
conoscenza, non alla ricerca della verità. Non voglio assolutamante<span style="margin: 0px;"> </span>educare un'élite epistemica, se con questo
temine ci trasciniamo dietro connotazioni negative quali settaria e separata.
Lungi da me! Il mio desiderio è diametricalmente opposto. In quanto teorico
della conoscenza vorrei diffondere a più larga scala il mio contributo.
Purtroppo, però, poche persone scelgono la prima via e troppe si fregiano di
sventolare il vessillo della seconda. Sbattiamo ancora il muso sul bivio di
Parmenide. </span><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Non si può certo dimenticare l’identificazione cristiana della verit</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">à con Dio, </span><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">ben
</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">dichiarata</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">
nell’affermazione «Io sono la via, la verità, la vita», </span><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">con tutto il suo contenuto
platonico,</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;"> per cui la verità è propr</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">ietà
dell’essere o della realtà, Cosicché</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;"> si parla del vero essere e della vera realtà,
</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">come nel linguaggio
comune si parla del proprio vero amico. Aristotele limita </span><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">l’applicazione
di “vero” e “falso” al discorso apofantico, ovvero alle proposizioni
affermative o negative, cosicché “vero” e “falso” non si possono predicare dei
nomi o degli aggettivi, né dei discorsi non apofantici come le preghiere, le
domande, i comandi, eccetera. In altre parole, una proposizione è vera se
corrispond</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">e a fatti o a
stati di cose. </span><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Aristotele, invece, esprime con forza questa
teoria nel seguente modo (<i style="mso-bidi-font-style: normal;">La metafisica</i>,
IV, 7, 1011b</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">)</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">:
«Dire di ciò che esiste che non esiste, o di ciò che non esiste che esiste, è
falso, mentre dire di ciò che esiste che esiste, e di ciò che non esiste che
non esiste, è vero»</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">.
Nello scorso secolo egli trova</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;"> un celebre difensore nel Wittgenstein del <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Tractatus</i> (4.01): «La proposizione è
un’immagine della realtà».</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">
La post-verità? Una bufala. La verità relativa? Altra bufala. Bufale di cui la
cultura di massa e il potere abusano in ottica opportunistica.</span></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: #0f0605; font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">“In tempi in cui la menzogna domina, dire la verità è un atto
rivoluzionario”. Questa frase di George Orwell spicca sulla sua pagina web.
Perché?</span></i></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="color: #0f0605; font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Chi dedica l’intera
propria vita ad andare di bolina, ovvero all’insegnamento serio, socraticamente
inteso e<span style="margin: 0px;"> </span>con la fatica che questo
impegno comporta, seguendo ogni studente singolarmente e lavorando coi giovani
migliori, dedicandomi inoltre alla ricerca filosofica più avanzata, scrivendo,
studiando… cosa vuole che le dica? Una cosa è garantita: la ricerca della
verità oggi è senz’altro un atto rivoluzionario.</span></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: #0f0605; font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Per difendere la verità si ucciderebbe alla pari di Socrate?</span></i></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="color: #0f0605; font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Sì, perché no? In verità nel nostro paese il problema del suicidio è ancora aperto. Non possediamo
alcuna legge sulla nostra scelta di come e quando morire. Ecco una domanda
interessante: esiste un diritto al suicidio? se sì come lo decliniamo in
termini di giustizia? Questo non è il momento per rispondere, la risposta
potrebbe richidere un'enorme lavoro, è così che si muove la filosofia.<span style="margin: 0px;"> </span>Ma tralasciando questo punto, in realtà ciò
che in fondo lei mi sta domandando è: dove finisce la natura e dove inizia la
cultura, o meglio dove l’etica inizia a svolgere il proprio ruolo? Sotto il
profilo normativo puramente filosofico, il punto alla fine consiste in questo:
l’etica si interessa del bene e del male; ma se noi animali umani non possiamo
conoscere o non conosciamo il bene e il male, ovvero se non troviamo una
risposta allo scetticismo che riguarda l’etica, alla fin fine non possediamo
mezzi per tracciare differenze tra brutalità umane e non umane. E poi sarà vero
che uccidere non fa parte della natura umana? Provi a dare un’occhiata alla
cartina del mondo e si chieda in quanti paesi vengono rispettati diritti umani
e civili, in quanti a prevalere è la brutalità.</span></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: #0f0605; font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Ci sono filosofi di cui a lezione fa solo cenni, per esempio
filosofi del calibro di Hegel.</span></i></div>
<br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Perché lo comprendo poco. Forse un
aspetto di Hegel, non troppo deprecabile consiste nella sua idea di matrimonio
quale atto etico in cui ci si trasforma in unità spirituale, in «amore
cosciente». Ovvero, il matrimonio, a differenza di quanto comunemente si crede,
non è un atto di natura contrattuale, bensì meramente consensuale, finalizzato
al costituirsi in quanto persona. Mi spiace dover riconoscere che pure Hegel è
incapace di spingersi oltre, finendo invece per attribuire il ruolo di capo
famiglia al maschio-uomo da cui la femmina-donna dipenderebbe sotto il profilo
giuridico. Lo stereotipo è mutato? Con occhio critico-filosofico, proviamo a
guardarci attorno…</span><br />
<br />
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Filosofia antica o storia della
filosofia?</span></i><br />
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">La
“poca” filosofica antica da me macinata proviene dalla una certa felice
tradizione britannica e da alcune discussioni con l’amica Eva Cantarella nei
nostri “paradisi terrestri”. La storia della filosofia? Quì<span style="margin: 0px;"> </span>molti corsi, per antichi retaggi, pur non
denominandosi “storia di…” , ancora oggi vengono condotti su manualetti a base
storicista. Così lo studente non è indotto a pensare con la propria testa.</span></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Eppure ha coeditato con Franca
D’Agostini il libro che porta il titolo di “Storia della filosofia analitica”</span></i></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Esperienza
eccezionale e controcorrente, dato che la filosofia analitica pareva fino a
quel punto priva di una storia, di un qualche concatenamento. L’essere
controcorrente è sempre una conquista. E lavorare intensamente con Franca mi ha
indotto a ritrovare parti di me, che avevo stupidamente tralasciato.</span></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">C'è
chi la incrimina volentieri di aver mutato più volte pensiero. Forse per una
certa sua “sistematica” ribellione? </span></i></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Ho mutato mano mano <span style="margin: 0px;"> </span>campi di interesse. Ho cominciato occupandomi
di Boole e Frege. Oggi mi interesso,<span style="margin: 0px;">
</span>soprattutto ma non solo, di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">sex&gender
studies</i>. Spiegarle questo percorso pulito, privo di svolte drastiche, ci
porterebbe via tempo; eppure, è sufficiente leggermi per comprenderlo. Nessuna
svolta radicale, per cui respingo chi parla della prima Vassallo, della seconda
Vassallo, della terza Vassallo e così via: semplicemente non mi ha mai letto.
Al contempo respingo anche l’idea di fissità: fare ricerca su uno stesso tema
per l’intera esistenza terminerebbe con l’annoiarmi.</span></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Cosa
può dire della sua permanenza al King’s College di Londra?<span style="margin: 0px;"> </span></span></i></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Essere entrata in un M-Phil/Ph.D, dove allora si era
accettati in dieci al mondo, oltre a un successo, è stata una fatica. Si
imparava a essere filosofi. Ci si svegliava presto. Ci si recava a dormire
tardi. Avevi un tutor privato e un supervisor, che criticavano i tuoi paper,
anche durante il week-end si leggeva e si scriveva. E il sex&gender di
apparenza non contava. Mai stata trattata come uno studente. Certe sere
capitava che alcuni professori si riunissero a cena per leggere e discutere
Dante in italiano e ti invitassero a partecipare. Il venerdì, invece, era la serata
del seminarione, ove i temi mutavano spesso. Occorreva preparazione, e così
leggevamo gli ultimi paper, dalla filosofia della matematica all’identità
personale e via dicendo, e li discutevano con tutti professori e i lecturer. Un
simposio. Dopo di che il King’s ci offriva l’aperitivo e con tutti i professori
si proseguiva a parlare. Anni dopo, quando questi professori sono divenuti miei
colleghi, ero ammessa al loro seminario. Uno di loro metteva apertamente in
discussione il proprio paper e tutti gli altri lo criticavano, non per invidia
o altro,, ma per aiutarlo a migliorare. Sembrano cose eccezionali e
incredibili, soprattuto per chi si è abituato al target universitario delle
istituzioni italiane.</span></div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Lì non vi era il tempo per “fissarsi”, solo per evolversi.
Mi ero recata a Londra, con le mie forze, contro il papere dei nostri locali –
“ma cosa ci vai a fare non c’è più Popper? e lassù, Popper, è da tempo bello
che dimenticato”-. Il mio progetto di ricerca<span style="margin: 0px;">
</span>riguardava lo psicologismo di Boole e Frege, le leggi del pensiero e le
leggi del pensare, eppure loro, accettandolo e accettandomi, avevano visto ben
più in là: al naturalismo filosofico contemporaneo, senza dimenticare la
metafisica e Cartesio. Tutto ciò mi ha condotto linearmente a interessarmi di
filosofie femministe contemporanee (è quasi un dovere in U.K) e di
sex&gender.</span><br />
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: #0f0605; font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Ha qualche volume in mente in proposito?</span></i></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="color: #0f0605; font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Al riguardo ho scritto
migliaia di pagine. E continuo a studiare e scrivere in modo ben poco
tradizionale per il nostro paese, sotto il profilo strettamente filosofico. Vi
è un paper da rivedere. E un volume collettaneo che spero si realizzerà, a
favore, però, della complessità dell’identità personale,. Sono stufa di<span style="margin: 0px;"> </span>questa tendenza ad inscatolare le persone in
due stereotipi che fanno comodo solo a chi pensa ben poco, o, come diceva, il
mio fantastico insegnante prete di liceo, chi pensa dall’ombelico in giù.</span></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: #0f0605; font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Vuole sfidare Judith Butler?</span></i></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
</div>
<span style="color: #0f0605; font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Non ho mai sfidato
nessuno. E non intendo scopiazzare Butler, che, tra l’altro, facendo finta di
nulla, evita troppo spesso di nominare chi prima di lei ha espresso, in un
linguaggio ben più limpido le sue stesse tesi. E poi questa Butler è troppo
apprezzata dalle nostre rappresentati della cosiddetta filosofia della
differenza sessuale, che hanno fatto il loro tempo. In ogni caso, rimane una
non-filosofa; e difatti a Berkley, dopo aver insegnato retorica, ora, mi pare,
insegni letteratura comparata. </span><br />
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: #0f0605; font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Eppure<span style="margin: 0px;"> </span>anche a Lei è
attribuita una elevata notorietà. </span></i></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="color: #0f0605; font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Non intendo negarlo,
ma mi auguro per internazionalità, lungimiranza, onestà, riflessione, rigore
nei miei studi e nelle mie ricerche. Umiltà. Non per ambizione. Quest’ultima
acceca in filosofia. Corrisponde a una sorta di depilazione mentale.</span></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: #0f0605; font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">I suoi maestri? </span></i></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="color: #0f0605; font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Maestri? Appigli. I
classici. Rimango poi debitrice, da quando mi sono specializzata al King’s
College,</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;"> a
“supervisor” d’eccezione, quelli che oggi sono miei<span style="margin: 0px;"> </span>colleghi, quali Cristopher Hughes, David
Papineau, Mark Sainbury, Anthony Savile, Scott Sturgeon e ai miei successivi
costanti soggiorni londinesi., Un incontro determinante per il mio
accrescimento filosofico e umano è stato quello con Jennifer Hornsby, ora al
Birkbeck College, nonché Emeritus Fellow del Corpus Christi College, Oxford. In
Italia? Francesco Barone (ci scrivevano lettere quasi quotidianamente), Mario
Trinchero (ci sentivamo molto spesso al telefono), Carlo Cellucci, per umanità
e innovazione, che prosegue con lo scrivere paper e volumi splendidi. E,
soprattutto, Eva Picardi, scomparsa da poco: eravamo in disaccordo filosoficamente
su quasi tutto e per questo dialogavamo su tutto. Non tuttavia su dignità e su
metodologia. Filosofa e amica d’eccezione. Con lei è scomparsa in un attimo
metà di me stessa. E’, un giurista per eccellenza, Stefano Rodotà, che mi ha
donato il senso del diritto “intransigente”, insieme alla dedizione per
l’insegnamento. Anche lui è scomparso, dopo Eva, lasciando un grande vuoto
nella mia esistenza, non solo filosofico, pure esistenziale.</span></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Molto di ciò che è, della sua fama,
della prof. ribelle che ascolta e si dedica agli studenti si deve allora a
Londra e all’U.K. più che all’Italia? </span></i></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="color: #0f0605; font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">In un certo senso è
così, perché a Londra mi hanno insegnato a fare la filosofa e a insegnare in
certo “modo”, e questo “modo” le assicuro che qui in Italia implica molta solitudine,
ma la gaiezza e il coraggio viene dagli studenti. E poi non creda i nomi
italiani che le ho fatto sono sempre stati molto legati all’estero. Il
Ph.D. Eva Picardi l’ha ottenuto ad Oxford. E ad Oxford continuava a tornare. Conosceva
alla perfezione, oltre l’italiano, l’inglese, il tedesco e leggermente meno il
francese: da ciò era assillata. Eppure nel nostro ultimo viaggio filosofico,
lei calabrese superlativamente affascinante, esteriormente e interiormente,
parlava indifferentemente queste lingue con chiunque, e con la modestia tipica
di Oxford, a chi le chiedeva cosa facesse nella vita </span><span style="background: white; color: black; font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">rispondeva: </span><span style="color: #0f0605; font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">“studio
filosofia”.</span></div>
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Concludo
con una domanda personale, ma che forse ci porta a definire il legame tra Lei e
L'italia e la filosofia. Dal King’s è tornata “a casa” perché è morta sua
madre?</span></i></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">Avevo trent’anni. A Londra mi
trovavo bene. Mia madre è morta in pochi minuti a cinquantadue anni per un
ictus. Dovevo rientrare, per adempiere alle sue volontà. In molti colleghi, in
primis Anthony Savile, mi hanno consigliato di lasciare tutto a Londra.
L’Italia, che Antonhy conosce bene, mi avrebbe creato solo sofferenze
lavorative da parte di prepotenti di piccole e grandi misure, e così è andata.
La mia fortuna? Da qualche anno ho ottimi studenti, e torno a casa, pensando
alle loro idee.</span></div>
<br />
<br />
<div style="line-height: normal; margin: 0px;">
<br /></div>
<br />
<div style="mso-element: footnote-list;">
<br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<div id="ftn1" style="mso-element: footnote;">
<div style="line-height: normal; margin: 0px;">
<a href="file:///C:/Users/fmcdag/Desktop/Intervista%20a%20Nicla%20Vassallo-REV-2.doc#_ftnref1" name="_ftn1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""><span style="margin: 0px;"><span style="font-size: 10pt; margin: 0px;"><span style="margin: 0px;"><span style="margin: 0px;"><span style="font-family: "calibri" , sans-serif; font-size: 10pt; line-height: 115%; margin: 0px;"><span style="color: blue;">[1]</span></span></span></span></span></span></a><span style="font-size: 10pt; margin: 0px;"> </span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 10pt; margin: 0px;">Riccardo Malatto (</span><span style="font-size: 10pt; margin: 0px;"><a href="https://www.blogger.com/null" target="_blank">3344903@studenti.unige.it</a>)</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 10pt; margin: 0px;">, studente di
filosofia presso l'Università di Genova, è uno dei co-autori, insieme a Daniele
Bonanzinga Fabio Bergaglio e Federico Mottica, del website “L'ultimo Autunno”
in cui si possono trovare pubblicazioni in tema di filosofia, cinema e poesia,
proposte da giovani studenti</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; margin: 0px;">.</span></div>
</div>
</div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike>filosofia pubblicahttp://www.blogger.com/profile/18237043161935154663noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4950933836285662262.post-77590273348257308412017-06-26T05:54:00.002-07:002017-06-26T06:18:15.595-07:00Considerazioni sul “Progetto PICO” di Giulio Napoleoni<br />
<div align="center" style="margin: 0px; text-align: center;">
<span style="font-size: x-small; margin: 0px;">
<span style="margin: 0px;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">Franca
D’Agostini</span></span><br />
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
</div>
<span style="font-size: x-small; margin: 0px;">
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="margin: 0px;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">Giulio Napoleoni ha presentato sul suo blog (https://giulionapoleoni.blogspot.it) un “progetto di sistema
collettivo” ispirato a Pico della Mirandola, e il cui obiettivo è la
costruzione di una nuova sintesi sistematica prodotta collettivamente. In tale
progetto Napoleoni cita con attenzione fedele alcuni miei scritti e alcune mie tesi, e di ciò lo ringrazio, ma non
credo di poter condividere il suo obiettivo. Non credo che ci
sia davvero bisogno di un nuovo “sistema” filosofico, perlomeno nel senso da
lui inteso. Non credo che un “sistema
collettivo” pensato secondo le linee da lui suggerite possa avere una qualche
utilità o un qualche interesse.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="margin: 0px;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">Nel progetto però si esprimono (mi sembra di capire) alcune
esigenze che meritano di essere considerate, e su cui merita riflettere, perché
sono ampiamente condivisibili. In particolare, suggerirei: la necessità che
tutti abbiamo di orientarci in un campo filosofico sempre più complesso e
ipertrofico, in cui ridondanza e irrilevanza a volte sembrano dominanti. Ora io
cercherò di sintetizzare brevemente le mie ragioni di dissenso, e di chiarire
il mio punto di vista sull’argomento. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="margin: 0px;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">1. Con PICO Napoleoni manifesta l’esigenza di “tornare a
pensare in grande”, come (a suo avviso) si faceva ancora ai tempi di Hegel, e
come non si fa più, e non si può più fare oggi. Ciò detto, la “soluzione” al
problema è a portata di mano: poiché non si può più pensare in grande da soli,
e poiché tuttavia abbiamo ancora bisogno del grande pensiero, occorrerà farlo
insieme. Dunque mettiamoci d’accordo, e costruiamo un sistema collettivo che
garantisca una “pace filosofica”. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="margin: 0px;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">Già su questa premessa avrei qualche perplessità: non mi
sembra che Napoleoni spieghi bene che cosa sia il grande pensiero, e perché ne
avremmo bisogno. Ma forse è un limite mio. Di qui in avanti però secondo me incominciano
i problemi. Non appena Napoleoni entra in dettaglio, l’ipotesi della pace
filosofica sfuma via. Il suo infatti è già un pre-sistema filosofico, pronto
per essere messo in discussione e per alimentare la non-pace, e soprattutto: </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">concepito in solitudine, con scarsi
confronti</span></i><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">. (La solitudine è la vera malattia di chi pensa, oggi: nonostante
l’apparente concitazione degli scambi comunicativi, sul web e altrove. Ma non
sono sicura che l’uscita da tale sgradevole condizione, e cioè il “pensare
insieme” che dovrebbe essere il requisito distintivo di qualsiasi scienza, e in
specifico della filosofia, sia ottenibile in base a ciò che il progetto PICO suggerisce.) </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="margin: 0px;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">La conseguenza prevedibile è che le articolazioni del
sistema che Napoleoni propone sono discutibili (a occhio, direi: per requisiti
opposti di elusività e vastità), e sono prive di rapporto con altre proposte di
“sistema” o altre idee di “sistematicità”, con cui l’autore non si confronta.
Dummett, per esempio, riteneva che la filosofia analitica dovesse essere
sistematica, ma David Lewis, considerato il più “sistematico” tra i pensatori
contemporanei, non era affatto convinto che essere un pensatore di questo tipo
fosse di per sé una buona cosa. Le discussioni sulla possibilità, impossibilità
e sensatezza di costruire sistemi filosofici oggi sono uno dei grandi percorsi
tematici di tutta la meta-filosofia successiva a Kant. Ma molto evidentemente
dipende da che cosa si intende per “sistema” e “sistematicità”. Tanto il caso
di Lewis come l’uso di “sistematico” in Dummett sembrano mettere in gioco
qualcosa di molto diverso da quanto è previsto dal progetto di Napoleoni. E lo stesso
dicasi per esempio dei “sistemi” di derivazione neopositivista, o neokantiana
(per non parlare delle grandi sintesi extra-filosofiche, come quella
bio-sociologica, nota anche come «teoria della complessità», o delle proposte
di convergenza trasversale legate alle scienze della computazione).</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="margin: 0px;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">2. Non ho idea di come la proposta di PICO possa essere
recepita, ma indicativamente, anche posto che molti rispondano all’invito di
Napoleoni, secondo le linee da lui suggerite, e si arrivasse davvero a produrre
un collettaneo, a chi potrebbe essere rivolto un testo di questo tipo?</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="margin: 0px;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">L’idea di Giulio di scrivere un testo “per tutti”, con
sezioni “per alcuni” e note “per gli specialisti” è una buona idea, di solito
io cerco (cercavo) di scrivere più o meno libri di questo tipo, con destinatari
“plurimi”, e mi sembra che altri si muovano secondo le stesse linee. Ma il
volume sistematico ipotizzabile a partire dalle sue indicazioni, anche
nelle migliori condizioni, sarebbe difficilmente maneggevole, e così privo
della gioia dello stile che i suoi stessi autori non vorrebbero nemmeno
incominciare a leggerlo. Sarebbe un altro volume collettaneo come moltissimi
altri, e più inutile di altri, perché troppo generale. In ogni caso, dubito che
una simile operazione possa produrre o anche solo favorire una qualche nascita
o rinascita del “grande pensiero” o di quell’idea di filosofia che Napoleoni
ritrova in Hegel ma non nei contemporanei, e di cui avverte la mancanza.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="margin: 0px;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">Ribadisco: sono dubbi, perplessità, e non certezze. Servono soltanto a segnalare che la mia diagnosi del presente è un po' diversa da quella prevista da Napoleoni. Forse mi sbaglio, ma ho una mezza idea del fatto che un “sistema”
delle conoscenze filosofiche (più precisamente, direi, un tentativo di
pervenire a una nuova “filosofia prima”) si stia già producendo, benché in modo
per ora piuttosto caotico. Per esempio, grazie agli sforzi attuali dei filosofi
più consapevoli, che cercano di limitare il numero delle loro produzioni
puramente “politiche” (concepite per crescere il numero di pubblicazioni, o trovare credito presso colleghi, o giornali ed editori), e si pongono invece il problema della reale necessità e
urgenza dei loro libri e articoli; oppure si impegnano nel tentativo di
riflettere metafilosoficamente sul senso di quello che stanno facendo. Grazie
alla promozione di borse, grant, fellowship che promuovono ricerche
interdisciplinari o applicative; o anche: grazie alla produzione di volumi
collettanei e antologie che tentano di fissare il “canone” delle singole
discipline, e dei singoli temi… </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="margin: 0px;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">Non sono sicura che queste e altre iniziative promuovano
qualche nuova “grandezza” nel pensiero, ma certo è che se lo scopo è la pace
filosofica, e l’uscita dalla solitudine, Napoleoni dovrebbe tenere conto di
tutto ciò. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="margin: 0px;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">3. Nel progetto PICO si esprime a mio parere un’esigenza
latente, che è quella vera, e piuttosto condivisibile, e che è però (mia
diagnosi) piuttosto diversa dall’esigenza manifesta. Napoleoni come tutti noi
avverte che il campo della filosofia oggi è difficilmente maneggiabile, e che
la “grandezza” che troviamo nei classici (a questo si riferisce l’idea di
“grande pensiero”?) sembra molto lontana da ciò che la tavola attuale delle
discipline filosofiche ci imbandisce con le sue piccolissime porzioni
presentate in piatti di ingombrante vastità.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">In una breve nota apparsa l’anno scorso sulla rivista </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">American Philosophical Quarterly</span></i><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">, dal
titolo “Philosophy Without Philosophers”, Nicholas Rescher ha sostenuto che oggi
si assiste al fiorire della filosofia (nel senso di: enorme quantità di
pubblicazioni di libri e articoli su ambiti specifici delle discipline
filosofiche/ crescita impressionante del numero di riviste e società
filosofiche tra gli anni ‘70 del Novecento e oggi) unita all’estinzione dei
filosofi ovvero dei «pensatori che hanno una filosofia». Secondo Rescher ciò
non avviene perché i pensatori di oggi sono «meno bravi», ma perché «le
condizioni e circostanze di lavoro hanno cambiato a tal punto la natura dell’obiettivo
da renderne la realizzazione impossibile».</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">Non sono sicura di essere d’accordo con Rescher, ma certo è
che l’iper-produzione a cui siamo sottoposti in filosofia come in altre scienze
e discipline ci mette di fronte a nuove valutazioni, nuove esigenze e nuovi
problemi. In particolare (di qui la perplessità di Napoleoni) rende
estremamente difficile orientarsi, e individuare il buon lavoro filosofico, e
trovare «la filosofia» nelle cose prodotte da pensatori che, per definizione:
«non hanno [né devono avere] una filosofia». La colpa di ciò non è della
specializzazione (perché le migliori ricerche in filosofia</span><span style="font-size: 14pt; margin: 0px;"> </span><span style="margin: 0px;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">di solito</span></span><span style="margin: 0px;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;"> non sono poi così
“specializzate”, e perché la specializzazione crea ridondanza, ma non fa così
gran danno). Ma più semplicemente: della crescita di informazione.</span></span><br />
<span style="font-family: Garamond; font-size: small;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="margin: 0px;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">4. Ecco dunque quella che credo sia l’esigenza latente nel progetto
di Napoleoni. Quando siamo interessati – anche non professionalmente – alla
filosofia, siamo particolarmente attratti da una visione </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">continua</span></i><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;"> della realtà (umana naturale sociale culturale) che ci
permette di “trovarci a casa” nelle parole di un pensatore. Questa visione
continua è piuttosto rara, oggi. Pochi tra gli studiosi contemporanei di
filosofia oggi rivelano di possedere un simile punto di vista, e lavorano in questo
modo. Nella maggior parte dei casi ci troviamo di fronte a pensieri frammentati
e paratattici, che possono anche essere interessanti ma non hanno quel </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">quid</span></i><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;"> che ci permette di riconoscere lo
specifico filosofico (v. Rescher).</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="margin: 0px;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">Ora questa visione continua è tipica di un pensatore che fa
della sua filosofia, del suo pensiero, della sua ricerca, non soltanto la sua
professione ma anche la sua vita. Un pensatore che fa del suo pensiero il suo
senso e il suo destino, ed è dunque meno interessato al successo personale o
alla riuscita professionale (senza peraltro dover disprezzare l’uno e l’altra)
che alla sua propria ricerca di verità, negli ambiti di cui si occupa e in
generale. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="margin: 0px;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">Rescher non lo dice, ma forse quel che non la
specializzazione ma l’attuale sistema della valutazione scientifica ostacola è
precisamente questo genere di onestà intellettuale, che ovviamente dovrebbe
valere per ogni ricercatore, ma per i filosofi dovrebbe valere a maggior
ragione. Perché credo di non sbagliare nel suggerire che la qualità di una
ricerca filosofica dipende da questo tipo di impegno più di quanto ne dipendano
altre ricerche. Dirò di più: la tradizione ci insegna che ciò che avvertiamo
come classici, e ciò che soprattutto ci interessa dei grandi del passato, è
precisamente lo stile umano con cui guardavano il mondo, unificandolo nel loro
sguardo. Sbagliavano a volte, perché uno sguardo singolo non è mai garanzia di
verità. Ma ciò che ci faceva abitare nelle loro parole era precisamente la
grandezza del loro pensiero e della loro qualità umana. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="margin: 0px;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">Ora io non credo che questo tipo umano sia così raro, e non
credo che il genio filosofico conseguente sia un «non so che» talentuoso che
non si può insegnare ma viene dall’alto, per imperscrutabile disegno. L’ipotesi
su cui bisognerebbe confrontarsi allora non è la pace filosofica tout court, il
sistema, il grande pensiero, ma </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">la
possibilità di formare noi stessi e i nostri allievi </span></i><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">(se ne abbiamo) </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">a questo tipo di lavoro</span></i><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;">. Capisco però
che è un altro discorso.</span><span style="margin: 0px;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: small;"> </span></span></span></div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
<br /></div>
</span><b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike><br /></strike></div>
filosofia pubblicahttp://www.blogger.com/profile/18237043161935154663noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4950933836285662262.post-54657153520415800202017-05-21T00:55:00.000-07:002017-05-31T03:04:56.591-07:00Occasioni mancate: Karl Otto Apel(<i>questo post è stato pubblicato, in versione un po' diversa, sul Domenicale del Sole 24ore</i> <i>il 28 maggio 2017</i>)<br />
<br />
<div style="margin: 0px;">
<span style="margin: 0px;">Il 15 maggio, all’età di 95 anni, è morto Karl Otto Apel, un
filosofo che non ha mai goduto della fama e della presenza pubblica del suo
amico e quasi-coetaneo Jürgen Habermas, ma il cui lavoro ha agito in modo decisivo
nella filosofia europea del secondo Novecento (tra l’altro, ispirando
ampiamente le teorie di Habermas stesso).</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
<span style="margin: 0px;">Apel è stato uno dei protagonisti della «svolta linguistica»
della filosofia, una svolta che come si sa non è stata un’invenzione dei
filosofi analitici, ma ha riguardato tutte le tradizioni filosofiche, più o
meno a partire dal tardo Ottocento, e in modo conclamato nei decenni centrali
del secolo successivo. Il suo particolare sguardo sul linguaggio nasceva dalla
conoscenza profonda della tradizione retorica e filologica del rinascimento
italiano, a cui dedicò nel 1963 il volume </span><i><span style="margin: 0px;">L’idea di lingua nella tradizione dell'umanesimo da
Dante a Vico</span></i><span style="margin: 0px;">. E di qui fu indotto a interessarsi
all’ermeneutica, la prospettiva filosofica allora nascente (nell’opera di
Gadamer, <i>Verità e metodo</i>, del 1960), e più in generale al complesso e
multiforme destino del pensiero heideggeriano.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
<span style="margin: 0px;">Ma dieci anni dopo, con <i>Transformation der
Philosophie</i> (parzialmente tradotto nel 1976 da Gianni Carchia con il titolo
<i>Comunità e comunicazione</i>, Rosenberg & Sellier), Apel presentò una
sua visione della contemporaneità filosofica che coinvolse un dibattito più
ampio e che ancora oggi ha molte cose da dirci. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
<span style="margin: 0px;">L’idea di fondo del volume doveva poi diventare
un’idea di gran successo, nei decenni successivi, ispirando discussioni
critiche, riconsiderazioni e aspre polemiche. Ed era una verità semplice e
piuttosto ovvia, anche se storiograficamente imbarazzante: che non esisteva più
<i>una</i> filosofia, e neppure ne esistevano <i>molte</i>, ma piuttosto <i>due</i>,
due grandi tradizioni, che procedevano da tempo separatamente, i cui esponenti
raramente prendevano nota gli uni degli altri; o, se lo facevano, osservava
Apel, era per delegittimarsi a vicenda, accusandosi di non essere veri
filosofi. Ora le due tradizioni erano la filosofia analitica, in prevalenza
diffusa nei paesi di lingua inglese, e la filosofia europea (per Apel
soprattutto tedesca), che più tardi si qualificò come «continentale». </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
<span style="margin: 0px;">Ogni tentativo di organizzare concettualmente il
presente ha suoi limiti. Ma che l’idea analitici-continentali fosse ben fondata
era abbastanza ovvio, e più tardi fu ampiamente riconosciuto. L’interessante novità
era che il «great divide» veniva accolto da Apel come una risorsa, e non come la
fonte di un problema. Come l’inizio di una «trasformazione» appunto, e non come
una banale ragione di polemica calcistica. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
<span style="margin: 0px;">In breve, Apel notava che le raffinate analisi
del linguaggio sviluppate dai filosofi analitici avrebbero fornito un utile
fondamento a quella rilettura in chiave «linguistica» della filosofia di Kant
che si stava avviando un po’ ovunque in Germania (e di cui l’ermeneutica
appunto costituiva un’espressione significativa). D’altra parte, l’accesso alla
considerazione kantiana della conoscenza, e della filosofia stessa (la «svolta
trascendentale», canonica per gli europei e ignota o sottovalutata dai filosofi
analitici), secondo Apel avrebbe fornito un’utile fondazione generale e anche
una giustificazione di tipo etico e politico, alle disperse teorizzazioni analitiche.
</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
<span style="margin: 0px;">In quegli stessi anni, un altro importante
filosofo tedesco, Ernst Tugendhat, nelle sue lezioni sull’analisi del
linguaggio (del 1976) partiva da una prospettiva molto simile, anche lui
riconoscendo il dualismo delle tradizioni, ma pensando piuttosto che l’incontro
tra la logica di Frege e Russell, fonte germinale della filosofia analitica, e
l’eredità del kantismo (nella fenomenologia e nell’ermeneutica), avrebbero
creato un nuovo paradigma per la nostra considerazione dell’essere, permettendoci
di scoprire che il realismo di Aristotele non era affatto incompatibile con Kant.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
<span style="margin: 0px;">Nel frattempo, cresceva la fortuna dei filosofi
post-strutturalisti francesi, e incominciava anche la mediatizzazione globale
della filosofia. La stessa filosofia analitica, in America soprattutto, veniva
travolta dal ‘vento’ di una filosofia «continentale» ambiziosa e per molti
aspetti affascinante, il cui sperimentalismo provocatorio e la cui
programmatica oscurità erano il legato non di Kant, né di Hegel, né della
grande tradizione fenomenologica ed esistenziale, ma soprattutto delle
avanguardie artistiche della prima metà del secolo, e subordinatamente di
Nietzsche e Heidegger. Di qui nacque poi il notissimo postmodernismo, rimbalzato
tra Europa e America, poi variamente definito e interpretato e in seguito generalmente
vituperato.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
<span style="margin: 0px;">Negli anni Ottanta e fino alla metà degli anni Novanta,
Apel fu tra i primi e più argomentati oppositori della deriva che il
post-strutturalismo aveva subito ad opera della sua trascrizione mediatica e
globalizzata. In una serie di scritti Apel rilevava le autocontraddizioni e le
insensatezze di tali posizioni, rilanciando una nuova versione dell’antico
argomento anti-scettico (che aveva già utilizzato in una famosa polemica con
Hans Albert), e parlando di «autocontraddizione performativa». </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
<span style="margin: 0px;">L’ipotesi di una «trasformazione della
filosofia» sembrava piuttosto lontana dal realizzarsi. Piuttosto, sotto il
nuovo impulso dell’informatizzazione emergeva potentemente un problema che ha
occupato a lungo le opere di Apel e di Habermas negli anni Novanta dello scorso
secolo, e che ancora oggi è all’origine di molte nostre difficoltà: il problema
dell’etica della comunicazione. A che cosa serve in definitiva far crescere la
scienza, cercare un governo giusto, promuovere la pace, fare arte, in una
parola, vivere insieme ai propri simili, se non esiste tra noi una speciale
cura del linguaggio che ci impedisca di manipolare, ingannare, trasformare
mezze verità in totali menzogne? </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
<span style="margin: 0px;">Nel 1997, promuovendo l’idea di un articolato
confronto tra analitici e continentali, Gianni Vattimo (a cui si deve il primo
lancio in Italia del lavoro di Apel) scrisse «ciò che sta davanti alla
filosofia come suo compito è, dopo la decostruzione, un lavoro di ricucitura e
di ricomposizione». Purtroppo, le vicende successive sono andate in direzione
diversa, e il programma di Apel rimane una delle nostre occasioni perdute.
Forse il problema è ancora quello evidenziato nelle sue ultime opere. Fino a
quando l’etica della comunicazione (con le sue recenti sorelle, a cominciare
dalla <i>data ethics</i>)<i> </i>non entra nella vita della filosofia stessa,
sarà difficile sperare che oggi, in un’epoca in cui trionfano false dicotomie e
insensate semplificazioni oppositive, le migliori proposte del Novecento
filosofico, e le nostre attuali migliori idee, abbiano voce in capitolo. </span></div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike><br /></strike>
Franca D'Agostinifilosofia pubblicahttp://www.blogger.com/profile/18237043161935154663noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4950933836285662262.post-10844901104047917702017-04-06T09:15:00.001-07:002017-04-06T09:16:25.559-07:00Due segnalazioni
<br />
<div style="margin: 0px;">
A. Deneault, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Mediocrazia</i>,
Neri Pozza, 2017 </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
«I mediocri hanno preso il potere» – questa la tesi centrale
del libro del filosofo canadese Alain Deneault. Secondo Deneault la presa di
potere da parte dei mediocri si deve all’affermarsi della «religione
d’impresa», per cui il valore viene misurato sulla base di standard di
professionalità, competenze, protocolli, processi di verifica codificati, che forse eliminano il pessimo, però sistematicamente e inevitabilmente promuovono il mediocre e scartano l'eccellente. Ciò
avviene in ogni settore: nell’economia, nella politica, nella scienza, nelle
aziende … In questo modo, diventa possibile trovarsi a pieno titolo a «preparare
pasti per catene alimentari senza saper cucinare, stabilire direttive aziendali
senza sapere neppure di che cosa si stia parlando, vendere libri e giornali
senza averli neppure sfogliati» (e forse sapendo a malapena leggere). [Aggiungiamo:
trovarsi ministri senza avere una laurea, o con un PhD di dubbia fattura.] </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
Come venirne fuori? Non facile. Deneault intanto propone di
«definire le modalità di questi nuovi poteri», «comprendere il loro
funzionamento», e prepararsi a rovesciarli (ma quest'ultimo punto non è specificato). </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
<br /></div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
L. Marsili, Y. Varoufakis, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Il terzo spazio. Oltre establishment e populismo</i>, Laterza 2017 </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
Lorenzo Marsili (attivista e giornalista culturale) e
l’ex-ministro greco dell’economia Yanis Varoufakis propongono la loro «terza
via» tra populismo e potere istituito. L’idea di base è che il «pensiero
unico», voce canonica dell’establishment, sta cambiando, a causa di un suo
figlio naturale, il populismo, che sta emergendo al potere, come suo ufficiale
nemico. È una «crisi esistenziale» del «partito del pensiero unico». </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
In questa «grande trasformazione», bisognerà «dare risposte
concrete», dimostrando che «la richiesta di una nuova democrazia inclusiva ed
egualitaria» può trovare soddisfazione. Come fare? L’idea degli autori è un po’ deludente: si tratterebbe di promuovere una «rivoluzione del
buon senso», «rimettere al centro il buon senso e avere un programma chiaro: a
livello municipale, nazionale ed europeo. Perché di questi tempi avere un
programma è un atto rivoluzionario». </div>
<div style="margin: 0px;">
In pratica, il libro ci dà argomenti non banali per chiarire che il "populismo nemico dell'establishment" è in realtà una creatura dell'establishment (non per nulla il super-populista Trump è un miliardario con legami politici e alleanze tutt'altro che estranee al potere istituito). Ma non dice molto di più. </div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike>filosofia pubblicahttp://www.blogger.com/profile/18237043161935154663noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4950933836285662262.post-87252935118938936662017-03-19T11:33:00.000-07:002017-06-26T05:36:19.328-07:00Gli italiani in filosofia: una questione di stile. Su "Mezzo secolo di filosofia italiana", di Massimo Ferrari(<i>Questo post è uscito in una versione leggermente diversa su </i>"la Stampa" <i>del 25/06/2017</i>)<i></i><br />
<div style="margin: 0px;">
<br />
Franca D'Agostini</div>
<div style="margin: 0px;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px;">
C’è una filosofia “italiana”, dotata di specifici caratteri
distintivi? Nell’epoca della fine delle mentalità e delle culture nazionali la
domanda sembra bizzarra. Eppure da qualche tempo circola l’idea che esista un <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Italian thinking</i> particolarmente
efficace, legato alla filosofia politica di Giorgio Agamben e di altri autori che
oggi riscuotono un certo successo in ambito internazionale. L’idea ha suscitato
comprensibili perplessità. A prima vista, sembrerebbe il tentativo di
contrastare l’egemonia della filosofia di lingua inglese, dicendo (con qualche
ragione) «ci siamo anche noi!». È ovvio però che ‘noi’, come ‘noi’, esistiamo
in modo molto precario, e i teorici ed esponenti dell’<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Italian theory</i> (a cominciare da Giovanna Borradori, autrice nel
1988 di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Recoding Metaphysics. The New
Italian Philosophy</i>, che ha lanciato l’idea) lo sanno benissimo. </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
Nonostante ciò, forse c’è una sorta di «italianità» di cui è
utile tenere conto in filosofia. E l’intuizione trova conferma nell’accurata
ricostruzione storica compiuta da Massimo Ferrari con <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Mezzo secolo di filosofia italiana. Dal secondo dopoguerra al nuovo millennio</i>
(il Mulino). </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
Lo sguardo disincantato e niente affatto trionfalistico di
Ferrari arriva a scoprire alcuni caratteri di base del lavoro degli italiani oggi
che sono diversi da quelli teorizzati per esempio da Roberto Esposito (uno dei
più affezionati all’idea dell’<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Italian
Theory</i>), ma sono altrettanto positivi e incoraggianti, anzi, direi: lo sono
di più. L’immagine finale che ci restituisce l’Epilogo, e che riguarda gli
ultimissimi anni, ci fa vedere bene che pur attraverso le difficoltà, la
marginalità e gli inciampi che ben conosciamo, c’è uno «stile» riconoscibile degli
italiani in filosofia, e uno stile niente affatto disprezzabile, sia sul piano
dell’etica della ricerca, sia su quello della professionalità. </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
Ferrari riconosce che il lavoro storiografico, specie quando
riguarda il passato recente, ha una incerta forma di oggettività. Nel libro si
avverte con chiarezza però un sistematico sforzo di mantenersi neutrali,
rispetto per esempio a quella doppia articolazione, «analitica e continentale»,
che ha guidato i decenni centrali del secolo o al conflitto (più tipicamente
italiano) tra le varie forme di spiritualismo di matrice cattolica e la
crescita di una filosofia della scienza di orientamento più schiettamente laico
e materialista. </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
Al di là delle possibili lacune, fisiologiche in questo tipo
di lavori (per esempio: non si parla della filosofia femminista, che in Italia ha
avuto una notevole importanza), sono particolarmente interessanti, nel libro,
la ricostruzione del lento distanziarsi della cultura italiana dall’idealismo, l’incerto
sviluppo del programma del «pensiero debole», la nascita di vitali scuole di
logica e di filosofia della scienza , la tardiva fortuna dell’etica.</div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
In tutti questi casi, è l’incontro con le filosofie di altri
paesi ad aver determinato e orientato il lavoro dei filosofi italiani. Ma l’analisi
di Ferrari rivela che è sbagliato leggere in ciò la conferma di una italianità
malata, affetta da inguaribile mancanza di originalità ed endemica esterofilia.
Al contrario, proprio la maturazione di uno sguardo ampio e sovranazionale è
ciò che ha fatto la fortuna della filosofia in Italia.</div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
Anche l’accusa di ostinato storicismo che gli italiani
spesso rivolgono a se stessi, alla luce dei più recenti sviluppi dovrebbe
mutare segno. Certamente, l’idea di insegnare (e trattare) la filosofia sempre
e solo attraverso la sua storia non è una buona idea. Ma non sempre ha prodotto
cattivi esiti. Un primo risultato è stato l’alto livello di professionalità raggiunto
dagli storici italiani di filosofia. Ma non soltanto: «la storia della
filosofia è diventata […] un elemento caratteristico, una sorta di “stile” –
appunto – che senza pretendere di imporsi suscita interesse, talvolta
emulazione, e in ogni caso favorisce un’integrazione sempre più evidente con la
filosofia praticata altrove». E lo ‘stile’ di cui si tratta è una fondamentale cautela,
che ci evita di annunciare trionfali ‘scoperte’ di idee invece ben note alla
tradizione: un difetto che noi italiani riscontriamo abbastanza spesso nel
lavoro di quei filosofi analitici abituati a pensare che il mondo incominci con
Russell e Frege. </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
In pratica, l’attenzione ad altre esperienze filosofiche, associata
alla consapevolezza che molto è stato fatto per la filosofia nella storia, hanno
prodotto un’auto-limitazione che non è solo tendenza al vassallaggio, piuttosto
«la sobria consapevolezza che l’originalità teorica è comunque, e non solo in
Italia, un bene abbastanza raro». Tale consapevolezza non si è tradotta in una
perdita di teoria: al contrario, «se si prescinde dalla penalizzazione
linguistica», nota Ferrari, anche nell’ambito della ricerca teorica «una parte
certo non cospicua ma nemmeno irrilevante della produzione filosofica italiana
[…] si colloca su un livello non così lontano da quella straniera e a volte su
un gradino più elevato». E in pratica, «sembra che i filosofi italiani
maggiormente inseriti nel circuito internazionale mantengano un’encomiabile
disponibilità ad ascoltare i propri colleghi, mentre non sempre (a essere
ottimisti) lo stesso vale per quegli interlocutori che candidamente confessano
di non leggere l’italiano». (Aggiungerei: anche quando gli autori di cui si
parla sono Machiavelli o Leopardi.)</div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
Ferrari giustamente evita di formulare diagnostiche
complessive, ma forse qualche preliminare intuizione ci è consentita. I teorici
dell’Italian<span style="margin: 0px;"> </span>Thinking identificano
l’italianità in una forma di filosofia politica che non è solo teoria ma è
anche, come dice Esposito, «pensiero vivente». Certamente, la scarsa forza
dell’identità collettiva in un paese troppo a lungo frammentato e perciò non
abituato ai valori civili della democrazia ha fatto sì che i migliori filosofi in
Italia, nel tempo, si impegnassero all’edificazione dei concittadini e dei
governanti, e di qui la vitalità della filosofia pubblica in Italia. Ma si può
completare il giudizio: forse questa stessa frammentazione ha anche agito in un
altro senso, rendendo gli italiani «stranieri in patria e cittadini del mondo»;
ed è probabilmente un’ottima condizione per fare filosofia.</div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike>filosofia pubblicahttp://www.blogger.com/profile/18237043161935154663noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4950933836285662262.post-7684413415853573332017-03-11T03:47:00.000-08:002017-03-12T14:01:50.889-07:00Che cosa è il «pensiero unico»? Su Pensare altrimenti di Diego Fusaro<i></i>
<br />
<div style="margin: 0px;">
di Franca D'Agostini<br />
<br />
<br />
Il recente libro di Diego Fusaro <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Pensare altrimenti</i> (Einaudi, 2017) tratta un tema che la
letteratura filosofica del Novecento ha frequentato con assiduità: il tema dell’<i style="mso-bidi-font-style: normal;">altro pensiero</i>. Più che di un tema, nel
Novecento si trattò di una linea teorica e metodologica ben precisa: la teoria
dell’esistenza di un modo di pensare dominante, storicamente e/o politicamente
(es. la metafisica classica, l’ontologia della presenza, il logocentrismo
occidentale, il patriarcato), a cui occorreva contrapporre un «altro» modo
(migliore, più giusto) di pensare, e conseguentemente di agire e organizzare la
vita associata.</div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
La teoria ha sempre costituito il paradigma di sfondo di ogni
filosofia di sinistra o progressista (più o meno a partire dall’<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Ideologia tedesca </i>di Marx ed Engels), e Fusaro
ne offre una versione aggiornata, mettendo in opera una prospettiva
filosofico-politica che è andato fissando in questi anni attraverso suoi
precedenti lavori e studi. </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
In quel che segue, 1. Ricostruisco brevemente gli argomenti
di base del libro; 2. Presento le mie perplessità sul contenuto; 3. Presento le
mie perplessità sul metodo; 4. Interpreto <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Pensare
altrimenti</i> come una richiesta dell’autore che non deve essere trascurata (e
di qui la ragione per cui ne parlo). </div>
<div style="margin: 0px;">
<br /></div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
1. Il problema che il libro intende affrontare e risolvere è
l’organizzazione politica del dissenso: operazione estremamente problematica
perché oggi «su tutto si può dissentire», cosicché – si direbbe – il dissenso
(l’altro pensiero) non c’è più, resta solo la funzione del dissentire
perfettamente vuota, che potrà applicarsi a piacere su questo o quell’altro
contenuto, ciascuno dei quali verrà rapidamente neutralizzato dal fatto che si
tratta pur sempre di un dissenso qualsiasi, inglobato nel calderone del
generale dissentire. </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
Più precisamente, l’idea di Fusaro è che la frammentazione e
pluralizzazione dei dissensi serve a vietare il «grande dissenso» (riformulazione
del «grande Rifiuto» di Marcuse), quello che davvero farebbe paura al pensiero
dominante. Scrive Fusaro: su tutto si può dissentire, «a patto che non si
pervenga mai al grande dissenso verso la violenza economica; e, in modo
convergente, tutto è permesso fuorché pensare e agire in vista di una società
diversamente strutturata». Il vero dissentire verrebbe liquidato a vantaggio di
un dissentire neutralizzato per pluralizzazione individualistica, particolarizzato
e perciò privato di ogni arma politico-sociale. «Il flusso dei dissensi» spiega
Fusaro, riguarda gli individui con i loro interessi, non investe «la dimensione
sociale e la contestazione olistica dell’ordine mercatistico». Ne segue che «la
questione economica è sostituita dalla questione morale, i diritti sociali da
quelli civili, la lotta contro l’ordine ingiusto dal legalismo».</div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
Ciò posto, fissarsi su questioni morali e civili esemplificherebbe
un dissenso fallimentare, il cui unico risultato è se mai l’auto-encomio
dell’anima bella del proponente, e che non sfiora per nulla le vere questioni essenziali.
Ci occorre invece «una grammatica del conflitto condivisa, una vera e propria <i style="mso-bidi-font-style: normal;">koinè</i> del dissenso, in grado di […]
attivare una prassi corale, orientata […] alla riapertura del futuro come luogo
della possibilità dell’essere altrimenti» (p. 135). Infatti, dice Fusaro, ci
manca «un orizzonte di senso più grande, che trascenda la dimensione delle singole
rivendicazioni oppositive plurali e irrelate». </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
Come provvedere e rendere operativa questa visione più
grande? Il progetto si articola in alcune operazioni di base. Anzitutto,
occorre «defatallizzare l’immagine del mondo oggi egemonica». Ciò vuol dire,
suppongo: dimostrare che gli obblighi cognitivi a cui sembriamo sottoposti non
sono veri obblighi, possiamo benissimo farne a meno. Ma più propriamente, si
tratta di produrre «una nuova filosofia della prassi» che tolga «il
coefficiente di inevitabilità» all’immagine della realtà, e «torni a far
brillare la possibilità come cifra ontologica del reale». In secondo luogo,
occorre dare vita a «un moderno principe», inteso come struttura organizzativa
(ma a tratti sembra che Fusaro parli di un leader effettivo) che abbia come
obiettivo primario «l’unione e l’indirizzamento verso l’alto dell’ira politica»
allo scopo di creare «un fronte unitario dell’opposizione al pensiero unico e
all’ideologia del medesimo, al classismo globale e al mito della crescita ai
danni della vita umana e del pianeta». </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
In terzo luogo, si tratta di «riverticalizzare» il
conflitto, facendolo passare da conflitto orizzontale servo-servo a conflitto
servo-padrone. La nuova filosofia della prassi, e il nuovo Principe, dunque
assumeranno «la prospettiva dei dominati, conferendole voce e portandola alla
piena coscienza», «respingendo il particolarismo ideologico», e «lottando per
quell’imperativo della ragione, a oggi irrealizzato, che è l’universale umano».</div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
Infine, «naturalmente, il potere mobiliterà l’intero quadro
del clero intellettuale e giornalistico e del circo mediatico per mantenere
frammentata la base e in conflitto tra loro gli esclusi, diffamando e
silenziando chiunque proponga la riverticalizzazione del conflitto». Dunque si
tratterà di collocarsi nel «dilemma» di chiunque voglia opporsi all’ideologia
dominante, dice Fusaro, vale dire: cogliere «la possibilità di una
valorizzazione degli strumenti emancipativi del nostro tempo […] che sappia
però sottrarli allo sguardo medusizzante del valore di scambio e all’immediata
riconversione in merce che esso opera» (p. 154).</div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px;">
2. È questa, in breve e se ho ben capito, la proposta di
Fusaro. E consiglierei, nel valutarla, di mantenere distinti quel che Fusaro <i style="mso-bidi-font-style: normal;">dice</i> e quel che <i style="mso-bidi-font-style: normal;">fa</i> nel dire quel che dice. È una differenza per me importante, che
dovremmo applicare a ogni libro di filosofia che ci accada di leggere. </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
Quanto a quel che dice, non mi sembra che Fusaro abbia
trovato qualcosa di nuovo rispetto alle migliori elaborazioni del suo tema
proposte nel Novecento e oltre. Questa storia della «grammatica del dissenso» è
il tema costante di tutta la filosofia politica radicale, da Adorno e Marcuse,
al situazionismo e a Deleuze, e più recentemente a Badiou. Le soluzioni di Fusaro
non mi sembrano molto diverse dalle loro, e poiché Fusaro non si confronta con
loro, non capisco in che modo la sua proposta potrebbe ovviare alle difficoltà
che le tesi di questi pensatori hanno lasciato irrisolte.</div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
Più in dettaglio, per esempio Fusaro avverte che il concetto
di dissenso non può essere esaminato <i style="mso-bidi-font-style: normal;">more
geometrico</i>, ma poi in pratica quel che propone nel seguito è (o si basa su)
un’analisi concettuale. <i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="margin: 0px;"> </span></i>Ed è un’analisi molto discutibile. A
tratti la nozione di (grande) dissenso si allarga diventando semplice «dire di
no» al potere, e mera «ribellione», poi si precisa come «indocilità ragionata»,
o avversione «alla civiltà dei consumi». Normativamente, deve affermarsi come
«intensità anteriore a ogni concettualizzazione», e tuttavia deve «organizzarsi
coralmente» nella forma di un vero e proprio «partito del dissenso». Tutte
queste contraddizioni fanno parte della dialettica tipica di analisi di questo
genere, ma non è una scusante: avere chiarezza circa la necessità delle
contraddizioni non significa permettersi di averne di ogni tipo. I concetti
(specie questi concetti fondamentali) sono per così dire «costellazioni
paraconsistenti»: insiemi di predicati, alcuni dei quali indicanti proprietà in
conflitto tra loro. Ma il gioco consiste precisamente nel mettere in luce quali
tra questi conflitti sono veri, quali sono dovuti a qualche errore del senso
comune o della tradizione filosofica, e (soprattutto) quali sono dovuti a un
uso distorto, che si è consolidato per ragioni strategico-politiche. Hegel-Marx
facevano sostanzialmente questo, se non vado errata. </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
Al di là di tutto, il libro di Fusaro non risolve la mia
perplessità nei riguardi delle teorie dell’altro pensiero in generale. Posto che
ci sia<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> </i>un pensiero dominante, come fa
l’altro pensiero a essere altro, visto che se il primo domina, dovrà comunque
starci dentro, e usare le forme del suo dominio? È un’antica difficoltà, che ha
minato dall’interno le critiche novecentesche della ragione, e a cui non mi
sembra che questo lavoro di Fusaro riesca a sfuggire. Il «dilemma» del dissenso
ricatturato dal mercato delle idee (per cui, dice Fusaro, bisogna stare attenti
a che la propria condanna della merce non sia riconvertita in merce) non è solo
un fatto pratico, mi sembra, è anche una questione teorica rilevante. Se
davvero esiste questa «ortodossia dominante», e se davvero è così monolitica, e
corrispondente a un potere ideologico reale, come avviene che invece ci sia
concesso il diritto di parlarne? Non mi sembra che il «dire di no» di Fusaro e
la sua «filosofia della prassi» contengano indicazioni chiare su questo punto.<span style="margin: 0px;"> </span>In pratica, la facile lettura del conflitto
in termini di ‘noi-loro’ finisce per dissolvere l’intuizione primaria, circa la
falsa permissività del sistema che hegelianamente accoglie ogni altro, lo
digerisce e lo espelle.</div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
Continuiamo dunque a chiederci: chi è esattamente lo
«stesso», rispetto a cui l’altro dovrebbe definirsi? Come è fatto il «pensiero
unico» a cui Fusaro sempre ritorna come il primo nemico da sconfiggere? La risposta
sta nelle espressioni «ordine mercatistico», «consumismo», «violenza economica».
Formule vaghe, che evidentemente si riferiscono ai <i style="mso-bidi-font-style: normal;">padroni del mondo</i> di cui ormai sappiamo quasi tutto, e che oggi,
come spiega bene Noam Chomsky (<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Who Rules
the World?</i>, 2015), hanno un volto molto chiaramente riconoscibile. Ma se
davvero parliamo dei padroni del mondo, non stiamo parlando di «pensiero» ma
proprio e concretamente di povertà e ricchezza, e iniquità e avidità. </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
Questo non vuol dire che secondo me non ci sia conflitto, e
che tale conflitto non si ponga anche al livello delle idee. Oggi sappiamo che
il sistema tardo-post-neo-capitalistico è una macchina di iniquità, e per di
più non funziona neppure per gli scopi per cui si intendeva funzionasse. Il
punto piuttosto è che lo sanno anche molti tardo/post/neo/capitalisti, salvo il
fatto che la maggior parte di loro non lo dicono, o lo dicono cercando di
salvarsi la pelle, e giustificandosi con mezze verità che diventano facilmente falsità
totali. Chi non ‘pensa’ come ‘noi’ è una destra (o una pseudo-sinistra) che nel
migliore dei casi ha perso da tempo l’appuntamento con la storia e sta ferma ad
analisi della realtà antichissime, superficiali e fuorvianti; nel peggiore, non
appartiene affatto a un qualche «pensiero unico» o «ideologia del medesimo», ma
anzi, tutto al contrario: è del tutto priva di pensiero, e si sposa bene alle
idee e ai bisogni dei dominati, prigionieri di un mondo esploso in cui non c’è
niente da accettare e niente su cui dissentire. </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
Si potrebbe obiettare che la mia analisi diagnostica fino a
questo punto differisce da quella di Fusaro solo per un punto: lui ritiene che
ci sia un pensiero unico, e io ritengo che non ci sia niente del genere. Ma non
è esattamente così. Io credo che il pensiero unico ci sia, ma <i style="mso-bidi-font-style: normal;">non sia affatto un male</i>: quel che vedo
come «unico» è la lunga linea del pensiero filosofico che ha sempre
accompagnato con alterne fortune le sfortune della democrazia. La mia immagine
del conflitto muta di conseguenza. Credo che ci sia da un lato un (buon) pensiero
che sta diventando più potente nel mondo, e incomincia a dare filo da torcere
ai padroni dell’ingiustizia, dall’altro l’alacre attività di individui stupidi
e/o interessati, che se lasciati agire prima o poi distruggeranno il mondo, magari
alleandosi nominalmente con i «dominati», per liquidarli con più brio. (In
questo senso, c’è qualche ragione nell’ostinata insistenza con cui per esempio
Roberta De Monticelli rilancia la «questione morale»: molto – quasi tutto – dipende
infatti da come questa si articola alla «questione intellettuale».) </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
In altri termini io credo che ci sia qualcosa come un «grande
dissenso» e credo che stia diventando sempre più evidente e chiaro nel mondo, e
usi abbastanza bene (per quanto può) il pensiero unico che gli è stato
trasmesso dalla tradizione filosofica. Non è però una immagine hegelianamente
ottimistica e come direbbe Fusaro falsamente «rassicurante». Infatti non sono affatto
sicura che il pensiero (unico) vincerà, anzi molti segni mi dicono che rischia
di esplodere, con tutto il resto. Sono quasi certa però che non ha bisogno di questa
nuova «filosofia della prassi» per vincere. Se mai avrebbe – abbiamo – bisogno
di conoscere meglio quel che la migliore filosofia oggi e in tutta la sua
tradizione dice e ha detto riguardo al modo di lavorare con il pensiero. </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
</div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
3. Se le attività e le idee del pensiero
anti-potere potessero coordinarsi, e convergere su programmi comuni,
sarebbe estremamente utile. Ma non sono sicura che la linea scelta da Fusaro
sia risolutiva, e soprattutto: non sono sicura che scrivere libri di questo
tipo, al momento, sia ciò di cui abbiamo bisogno. </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
Il libro infatti per stile e linguaggio ricalca
perfettamente quel modo di argomentare interessante (Fusaro è un ottimo
scrittore) ma molto <i style="mso-bidi-font-style: normal;">d’autore</i>, che è
stato ed è in parte tuttora il requisito distintivo della filosofia detta
continentale. Non sono sicura che la convergenza da Fusaro richiesta debba
avvenire per questa via. In questo modo infatti si lasciano fuori ampi spazi di
pensiero anti-potere che dovrebbe essere arruolato nel «partito» di Fusaro (il
nostro, mi permetto di dire), e le persone che abitano questi spazi parlano un
altro linguaggio, e caratterizzerebbero l’«indocilità ragionata» in base ad altri
e forse migliori argomenti.<span style="margin: 0px;"> </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
Vorrei allora avanzare due perplessità metodologiche. La
prima riguarda l’idea di «riverticalizzare il conflitto» (v. in particolare il
cap. 17). Il problema dell’odio che circola nelle società esplose in cui ci
capita vivere è senza dubbio un problema grave e reale. La frequenza dell’<i style="mso-bidi-font-style: normal;">hate speech</i> nel web è ben nota. Ora la
reazione tipica che l’intellettuale medio ha di fronte a tale occorrenza è ricordare
il classico principio dei due polli di Renzo Tramaglino: si beccano tra loro,
senza rendersi conto che finiranno entrambi in pentola. Dunque si tratta di
dire: ‘prendetevela con i padroni, e non con gli altri servi’. Ma non credo che
sia così, anzi l’analisi è a mio avviso sbagliata. L’odio è il frutto di rabbia
e frustrazione, ma anche direi: di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">mancanza
di pensiero</i> (appunto), e della <i style="mso-bidi-font-style: normal;">noia</i>
che ne consegue. L’idea di trarre ideologicamente una ‘buona’ ribellione a
partire dal potenziale di rabbia che si esprime nel mondo poteva forse funzionare
per l’epoca di Marcuse, ma non credo affatto che funzioni oggi. </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
La mia perplessità è metodologica perché affrontare un
problema sociale così complesso sbrigativamente lanciando nuove parole –
appunto «riverticalizzare», un termine certo figuralmente efficace – è una
tipica operazione da filosofo continentale, che non si ferma mai a chiedersi:
‘ma come si fa poi davvero in pratica?’, e ‘che cosa vuol dire esattamente?’, e
‘come è fatta davvero questa nuova filosofia riverticalizzante?’, ‘e in quale
senso le questioni morali e civili non c’entrerebbero per nulla?’ ecc., ma
procede spedito, fidando che trovata la parola e buttata nella pagina, il più
sia fatto. </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
In secondo luogo, la mia perplessità riguarda il modo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">apocalittico</i> di affrontare i problemi
che Fusaro condivide con gli altri critici del «pensiero unico» e teorici dell’«altro
pensiero». Lo stile apocalittico è un genere di tutto rispetto, ed è giusto
oggi, di fronte alle recenti occorrenze del mondo, coltivare una sana
preoccupazione. Ma in filosofia, il genere si tramuta in: ‘non c’è niente in
giro, nessuno tranne me pensa bene (cioè altrimenti), nessuno riesce a creare
concretamente il nuovo Principe’. È davvero così? Forse no. In effetti se
parliamo di quanto il ‘pensiero’ di sinistra riesca a tradursi in prassi, le
situazioni sono molto diverse. Per esempio, in Italia, come dice Gianni Cuperlo,
alla sinistra «mancano le parole per descrivere questo nuovo mondo, e un
pensiero per governarlo», e ciò si traduce in un declino oggettivo e
irreparabile della classe politica (qualcosa di simile accade in America). Ma
in altri luoghi le cose vanno meglio. In Portogallo, una sinistra definita
inizialmente <i style="mso-bidi-font-style: normal;">geringonça</i>, che vuol
dire cosa malcostruita, poco solida, incomprensibile, sta riuscendo a governare
piuttosto bene, tenendo fede alle proprie promesse elettorali. Forse il nuovo
Principe è una <i style="mso-bidi-font-style: normal;">geringonça</i> che pensa
in modo assolutamente tradizionale, ma tiene fede agli impegni, e sa come
farlo. </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
<br /></div>
4. Come si vede le mie obiezioni non riguardano tanto Fusaro,
ma più in generale la teoria dell'"altro pensiero" da contrapporre al «pensiero unico» (e la difficoltà di interpretare
il conflitto in questi termini).
Di qui vengono le mie perplessità riguardo a quel che il libro <i style="mso-bidi-font-style: normal;">dice</i>. <br />
<br />
<div style="margin: 0px;">
Quel che il libro <i style="mso-bidi-font-style: normal;">fa </i>invece
mi sembra apprezzabile. Per quel che ne so, esistono libri di filosofia che
essenzialmente <i style="mso-bidi-font-style: normal;">domandano</i>, altri che <i style="mso-bidi-font-style: normal;">rispondono</i>, e altri le cui risposte sono
in realtà domande, o richieste. Io credo che <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Pensare altrimenti </i>sia di quest’ultimo tipo, e credo che la
richiesta sia giustificatissima. In tutto il libro infatti si avverte l’esigenza
di avere di nuovo una sinistra (o meglio una politica) che sappia pensare se
stessa, e dunque una filosofia che sappia fondarla: di avere di nuovo una <i style="mso-bidi-font-style: normal;">connected politics</i>, come è stato il
marxismo, in tutte le sue varianti (e come erano purtroppo anche il fascismo,
il nazional-socialismo, il comunismo sovietico). </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
Ma più precisamente (e per quel che mi interessa) si avverte
il bisogno di avere di nuovo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">filosofia</i>.
Che vuol dire: non il triste spezzatino della specializzazione analitica, e neppure
i faticosi e artificiali tentativi di uscirne, che a volte caratterizzano i
filosofi analitici contemporanei (penosi scimmiottamenti degli intellettuali
pubblici europei, oppure confusissime riproposte di ovvietà supportate da inutili
tecnicismi). Avere filosofia e non la ignobile mistura di anti-razionalismo decostruttivo
che ha dominato gli ultimi decenni della filosofia continentale del Novecento,
e che ancora sopravvive come il segno della cattura dell’autentica ricerca
filosofica da parte dell’extrafilosofico. Avere filosofia e non – possibilmente
– la pop-celebrazione di insensatezze o alternativamente banalità che
caratterizza a volte il lavoro degli intellettuali-filosofi continentali. </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
Molti accenni nel libro d’altra parte ci dicono che è
rivolto non tanto ai «dominati», perché insieme a Fusaro e secondo le sue
direttive si organizzino per trasformare come lui dice «l’ira» in programma, ma
ai filosofi di oggi, alla loro incapacità di fare quel che hanno sempre dovuto
e ancora devono fare, e alle loro ipocrite finzioni di farlo. </div>
<br />
<div style="margin: 0px;">
Ho una certa pietà per la filosofia contemporanea (analitica
o continentale che sia) e di solito cerco di difenderla: persone di grande
intelligenza per lo più mortificate da incomprensioni, mancanza di
riconoscimenti e mancanza di fondi. Ma la pietà non mi spinge a dimenticare la
sua attuale inefficacia per gli scopi per cui dovrebbe lavorare. Forse è questo
il problema che dobbiamo concretamente e anzitutto risolvere.<br />
<br /></div>
<br />
PS Se c’è una speranza di ritrovare la filosofia a mio
avviso sta nello stile e nelle intenzioni che hanno guidato una buona parte
della tradizione analitica, e nel suo applicarsi alla parte meno narcisista
della filosofia continentale. Ma non sono sicura che lo stile e le intenzioni
di cui sopra siano sempre rispettati, e ci sono comunque nella filosofia
analitica difetti che ancora chiederebbero di venire corretti. Di tutto ciò
altrove.<br />
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike>filosofia pubblicahttp://www.blogger.com/profile/18237043161935154663noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4950933836285662262.post-81772550245403564802014-07-06T05:29:00.000-07:002014-07-09T07:49:35.064-07:00Troppa filosofia? Il libro di Diego Marconi recentemente pubblicato da Einaudi, "Il
mestiere di pensare", ha il merito di centrare un problema che è forse
il primo problema - se non il principale - della "metafilosofia" contemporanea
(la riflessione sulla natura della filosofia, i suoi compiti, usi e
applicazioni), ossia: l'eccesso di produzione filosofica, e la necessità/difficoltà di
provvedere criteri di valutazione selettivi.<br />
Di filosofia - si direbbe - non ce n'è mai troppa. Ma questo vale a condizione che il troppo di cui si tratta sia davvero "filosofia" e non qualcosa d'altro, dunque è essenziale avere un'idea di come valutare e selezionare i buoni testi filosofici. Diversamente si genera la situazione della ballata del vecchio marinaio di Coleridge: "acqua dappertutto, ma non una goccia da bere", vale a dire: filosofia dappertutto ma non una goccia di buona filosofia ...<br />
L'idea
di Marconi - in breve - è che la filosofia analitica sia di fatto oggi un tipo di filosofia che risponde a criteri tali da salvaguardare una
produzione filosofica professionalmente garantita. Anzi in un certo
senso per Marconi la filosofia analitica "è" la filosofia che ha fatto
del professionismo filosofico (il mestiere di pensare) un suo requisito distintivo primario.<br />
Poiché il
problema riguarda da vicino chiunque si occupi di filosofia, e sia
specialmente interessato all'uso pubblico e scientifico del lavoro
filosofico, queste e altre tesi del libro meritano di essere esaminate e discusse.<br />
filosofia pubblicahttp://www.blogger.com/profile/18237043161935154663noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4950933836285662262.post-26542590932991893612013-02-21T14:32:00.003-08:002013-02-21T14:32:52.605-08:00(Call for Post 2) Destra e Sinistra pari (non) sono<!--[if gte mso 9]><xml>
<o:OfficeDocumentSettings>
<o:AllowPNG/>
</o:OfficeDocumentSettings>
</xml><![endif]--><br />
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:TrackMoves/>
<w:TrackFormatting/>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:DoNotPromoteQF/>
<w:LidThemeOther>IT</w:LidThemeOther>
<w:LidThemeAsian>X-NONE</w:LidThemeAsian>
<w:LidThemeComplexScript>X-NONE</w:LidThemeComplexScript>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
<w:SplitPgBreakAndParaMark/>
<w:DontVertAlignCellWithSp/>
<w:DontBreakConstrainedForcedTables/>
<w:DontVertAlignInTxbx/>
<w:Word11KerningPairs/>
<w:CachedColBalance/>
<w:UseFELayout/>
</w:Compatibility>
<w:DoNotOptimizeForBrowser/>
<m:mathPr>
<m:mathFont m:val="Cambria Math"/>
<m:brkBin m:val="before"/>
<m:brkBinSub m:val="--"/>
<m:smallFrac m:val="off"/>
<m:dispDef/>
<m:lMargin m:val="0"/>
<m:rMargin m:val="0"/>
<m:defJc m:val="centerGroup"/>
<m:wrapIndent m:val="1440"/>
<m:intLim m:val="subSup"/>
<m:naryLim m:val="undOvr"/>
</m:mathPr></w:WordDocument>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" DefUnhideWhenUsed="true"
DefSemiHidden="true" DefQFormat="false" DefPriority="99"
LatentStyleCount="267">
<w:LsdException Locked="false" Priority="0" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Normal"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="heading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="35" QFormat="true" Name="caption"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="10" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" Name="Default Paragraph Font"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="11" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtitle"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="22" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Strong"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="20" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="59" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Table Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Placeholder Text"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="No Spacing"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Revision"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="34" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="List Paragraph"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="29" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="30" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="19" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="21" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="31" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="32" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="33" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Book Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="37" Name="Bibliography"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" QFormat="true" Name="TOC Heading"/>
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-priority:99;
mso-style-qformat:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:11.0pt;
font-family:"Cambria","serif";
mso-ascii-font-family:Cambria;
mso-ascii-theme-font:minor-latin;
mso-hansi-font-family:Cambria;
mso-hansi-theme-font:minor-latin;}
</style>
<![endif]-->
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";">Ma destra e sinistra – come
categorie politiche, s’intende – sono davvero finite? Si potrebbe dare, a
questo interrogativo, una risposta dal sapore dialeteico: no, ma in parte, e in
un certo senso, sì.In realtà, la contraddizione nei termini non c’è, essendo il
“no” e il “sì” relativi a due livelli diversi del discorso.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif";">Primo
livello. Destra Vs Sinistra</span></b><span style="font-family: "Times New Roman","serif";">.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";">La domanda alla base del <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Call for Post</i> contiene un’opzione
implicita che vale la pena di mettere in chiaro. Si parla di “Destra” e “Sinistra”
al singolare, tacitamente assumendo come dato acquisito che vi siano (o vi siano
state) <i style="mso-bidi-font-style: normal;">una</i> destra e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">una</i> sinistra. Ciò, però, non corrisponde
al vero. Di sinistre e di destre ve ne sono più d’una. Difatti, abbiamo
perlomeno: a)Destra<sub>1</sub>, cioè la Destra più comunemente intesa,
illiberale, antidemocratica e anticapitalistica. Abbastanza noto il <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Pantheon</i> di riferimento: autori come De
Maistre, De Bonald, e poi Nietzsche, Heidegger (che però sono usati/declinati
anche a sinistra), Spengler, Schmitt, Evola, per citare solo i più noti; b) la
Destra<sub>2</sub>, che potremmo definire liberal-comunitaria. Rispetto alla
Destra<sub>1</sub> c’è una discontinuità: ci si muove all’interno del perimetro
della <i style="mso-bidi-font-style: normal;">democrazia liberale</i>. Permangono
però il primato della comunità sul singolo, il riconoscimento del ruolo
pubblico della religione, la ripulsa degli atteggiamenti libertari sul piano
etico, la critica della scienza (ad esempio, le polemiche sul darwinismo), la
diffidenza verso il mercato, la globalizzazionee la propensione per le economie
statalizzate (in questo orizzonte si possono collocare il pensieroteocon
americano, la <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Nouvelle Droite </i>francese,
filosofi come Del Noce, politologi come Fisichella, iniziative editoriali come
quella de <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Il Foglio</i>di Ferrara, movimenti
politici come “La Destra” di Storace); c) la Destra<sub>3</sub>, quella
liberal-individualistica, che mette al centro l’individuo, la sua piena libertà
e facoltà di agire, con un solo principio limitativo: il <i style="mso-bidi-font-style: normal;">neminemlaedere</i>. La Destra<sub>3 </sub>ha nella difesa del libero
mercato uno dei suoi punti centrali: esso altro non è se non l’espressione del
libero agire e interagire degli individui. Inoltre, libero mercato e democrazia
vengono visti come untutt’uno: <i style="mso-bidi-font-style: normal;">simulstabunt,
simulcadent</i>. Tra i riferimenti, Nozick, Von Hayek. In Italia, filosofi come
Antiseri o movimenti politici come “Futuro e libertà”. Per quanto riguarda la
sinistra, anche qui abbiamoabbiamo perlomeno: a) Sinistra<sub>1</sub>, la
Sinistra direttamente collegata al pensiero di Marx-Engels che, partendo da una
concezione filosofica della storia come movimento dialettico, giunge a
teorizzare il superamento della democrazia liberale, dell’economia di mercato,
del capitalismo in vista di un approdo finale, la società comunista; b)
Sinistra<sub>2</sub>, che prende congedo dalla filosofia della storia
hegelo-marxista, accetta la democrazia liberale mantenendo però un
atteggiamento severamente critico verso libero mercato e capitalismo, e
propugnando un generalizzato libertarismo sul piano etico (si pensi a un
filosofo-politico come Vattimo o un partito come Sel); c) Sinistra<sub>3</sub>,
la sinistra liberale-riformista, che ha un atteggiamento apertamente<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;">friendly</i>
verso il libero mercato, difende il merito, la riduzione del peso dello stato
nell’economia e la libera concorrenza (si possono citare economisti come
Giavazzi e Alesina, giornalisti come Macaluso e Polito, politici come Enrico
Letta).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";">Ora, è chiaro che parlando di
“Destra” e “Sinistra” – essendoormai sostanzialmente fuori corso la Destra<sub>1</sub>
e la Sinistra<sub>1</sub> – oggi si deve parlare di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">due</i>Destre e di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">due</i>
Sinistre. La cosa alquanto singolare però, che non viene messa adeguatamente in
evidenza, è che esiste un doppio livello di incompatibilità. Cioè la Destra<sub>2</sub>
è incompatibile con la Sinistra<sub>1</sub> e la Sinistra<sub>2</sub><i style="mso-bidi-font-style: normal;">ma anche</i>, e abbastanza radicalmente, con
la Destra<sub>3</sub>. Analogamente, la Sinistra<sub>2</sub> è incompatibile,
con le due Destre <i style="mso-bidi-font-style: normal;">ma anche</i>,
altrettanto radicalmente, con la Sinistra<sub>3</sub>. Quindi ci ritroviamo con
due Destre che sono tra loro incompatibili almeno quanto ognuna di esse lo è
con ciascuna delle Sinistre. E viceversa.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif";">Secondo
livello. Destra = Sinistra</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";">Questa situazione porta, a
livello della percezione dei cittadini, ad un azzeramento delle differenze. La
fine dell’epoca ideologica ne è la causa principale. Cadute le ideologie
infatti, che avevano un carattere onnipervasivo, colonizzando perfino la
dimensione privata del vivere, sono venute meno le possibilità di identificare
inequivocabilmente i due poli. In aggiunta, c’è la crescente complessità dei
problemi politici, inevitabilmente intrisi di contenuti tecnici (economia,
diritto, scienza politica), e dunque non facilmente accessibili. Deideologizzazione
e tecnicizzazione della politica portano cosìad una notevole complicazione dello
spettro politico, determinando una tassonomia complessa e poco decifrabile.
L’esito è scontato: confusione e indiscernibilità; il non sapere più – per
riprendere il celebre interrogativo di Gaber, qui fedele interprete del senso
comune – cos’è la Destra e cos’è la Sinistra.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";">Naturalmente,<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> al di là di Destra e Sinistra</i>, i cittadini scelgono. Si dividono. Ma
non già, appunto,in relazione al binomio concettuale Destra/Sinistra, cioè
sulla base di percorso motivazionale razionalmente articolato.A determinare gli
orientamenti, superficiali e spesso estemporanee sollecitazioni provenienti dai
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">media</i> (la tv in testa), usati in modo
palesemente strumentale dai politici. Questo è uno dei punti cruciali, giacché il
ruolo distorcente dei mezzi di comunicazione(la videocrazia di cui parla
Sartori)non può che condurre al populismo, che è fenomeno sempre più
consistente nelle democrazie contemporanee. Ricette generiche e
contraddittorie, qualunquistici proclami antisistema ne costituiscono il tratto
essenziale (si pensi a Berlusconi che continua incredibilmente a veicolare di
sé l’immagine di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">homo novus</i>, lontano
dalla “politica di palazzo” o al movimento di Grillo).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif";">Conclusione</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";">Tirando le somme, possiamo in conclusione
dire che Destra e Sinistra <i style="mso-bidi-font-style: normal;">esistono</i>,
e il loro dominio è rappresentato da quello che possiamo indicare come un
sottoinsieme non vuoto del Terzo Regno di Frege (o del Mondo<sub>3</sub> di
Popper): il Pensiero politico.<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Ontologicamente</i>
vi sono (almeno) tre Destre e tre Sinistre.Tuttavia esse non sono percepibili,
cioè sono<i style="mso-bidi-font-style: normal;">epistemicamente</i> poco o per
nulla accessibili. È un problema abbastanza serio, di cui ci si dovrebbe
preoccupare di più. La mancanza di cultura politica dei cittadini, come insegna
Dahl, può mettere a repentaglio la vita di una democrazia.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";">Francesco Gusmano</span></div>
filosofia pubblicahttp://www.blogger.com/profile/18237043161935154663noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4950933836285662262.post-59543922689323929782013-02-08T17:18:00.002-08:002013-02-08T17:18:52.576-08:00(Call for Post 2) In realtà sta sparendo il centro<!--[if !mso]>
<style>
v\:* {behavior:url(#default#VML);}
o\:* {behavior:url(#default#VML);}
w\:* {behavior:url(#default#VML);}
.shape {behavior:url(#default#VML);}
</style>
<![endif]--><br />
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:TrackMoves/>
<w:TrackFormatting/>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:DoNotPromoteQF/>
<w:LidThemeOther>IT</w:LidThemeOther>
<w:LidThemeAsian>X-NONE</w:LidThemeAsian>
<w:LidThemeComplexScript>X-NONE</w:LidThemeComplexScript>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
<w:SplitPgBreakAndParaMark/>
<w:DontVertAlignCellWithSp/>
<w:DontBreakConstrainedForcedTables/>
<w:DontVertAlignInTxbx/>
<w:Word11KerningPairs/>
<w:CachedColBalance/>
</w:Compatibility>
<w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel>
<m:mathPr>
<m:mathFont m:val="Cambria Math"/>
<m:brkBin m:val="before"/>
<m:brkBinSub m:val="--"/>
<m:smallFrac m:val="off"/>
<m:dispDef/>
<m:lMargin m:val="0"/>
<m:rMargin m:val="0"/>
<m:defJc m:val="centerGroup"/>
<m:wrapIndent m:val="1440"/>
<m:intLim m:val="subSup"/>
<m:naryLim m:val="undOvr"/>
</m:mathPr></w:WordDocument>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" DefUnhideWhenUsed="true"
DefSemiHidden="true" DefQFormat="false" DefPriority="99"
LatentStyleCount="267">
<w:LsdException Locked="false" Priority="0" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Normal"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="heading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="35" QFormat="true" Name="caption"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="10" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" Name="Default Paragraph Font"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="11" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtitle"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="22" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Strong"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="20" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="59" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Table Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Placeholder Text"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="No Spacing"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Revision"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="34" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="List Paragraph"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="29" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="30" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="19" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="21" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="31" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="32" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="33" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Book Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="37" Name="Bibliography"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" QFormat="true" Name="TOC Heading"/>
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if !mso]><img src="//img2.blogblog.com/img/video_object.png" style="background-color: #b2b2b2; " class="BLOGGER-object-element tr_noresize tr_placeholder" id="ieooui" data-original-id="ieooui" />
<style>
st1\:*{behavior:url(#ieooui) }
</style>
<![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-priority:99;
mso-style-qformat:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:11.0pt;
font-family:"Calibri","sans-serif";
mso-ascii-font-family:Calibri;
mso-ascii-theme-font:minor-latin;
mso-fareast-font-family:"Times New Roman";
mso-fareast-theme-font:minor-fareast;
mso-hansi-font-family:Calibri;
mso-hansi-theme-font:minor-latin;
mso-bidi-font-family:"Times New Roman";
mso-bidi-theme-font:minor-bidi;}
</style>
<![endif]-->
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
Della necessità di oltrepassare le categorie di destra e sinistra si
parla dagli anni Novanta del secolo scorso, e una delle riflessioni più acute
in merito, quella di Giddens, fu all’origine teorica della Terza Via di Blair.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
Ma a dispetto delle profezie sulla loro obsolescenza, ciò cui si sta
assistendo non è una scomparsa di destra e sinistra, quanto piuttosto una nuova
radicalizzazione, in virtù della quale ciò che sta sparendo, nelle grandi democrazie
occidentali, è piuttosto il ‘centro’. La lenta fuoriuscita dal secolo delle
ideologie e la più grave crisi economica dal dopoguerra hanno generato per
effetto la nascita di nuovi populismi, di destra e di sinistra, che rendono
estremamente problematica la governabilità delle democrazie. </div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
Questa tendenziale polarizzazione dell’elettorato, negli Stati Uniti e in
Europa, è uno dei fenomeni più discussi dalla politologia contemporanea. Negli
Stati Uniti, il <i style="mso-bidi-font-style: normal;">disappearing center</i> (A.
I. Abramowitz, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">The Disappearing Center</i>,<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> </i>Yale 2010) è un fatto confermato da
tutte le rilevazioni statistiche. I valori e le credenze fondamentali degli
americani, secondo l’analisi del Pew Research, “<span style="color: black;">are
more polarized along partisan lines than at any point in the past 25 years”,
come indicato dal grafico.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span lang="EN-US" style="color: black; font-family: "Georgia","serif"; font-size: 9.0pt; line-height: 150%; mso-ansi-language: EN-US;"><a href="http://www.people-press.org/2012/06/04/partisan-polarization-surges-in-bush-obama-years/6-4-12-v-1/"><span style="color: #426983; text-decoration: none; text-underline: none;"></span></a></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgY8IYEI4wa3SF-J0ViZK0unmRqi8bKdyqfQm8QlVFA0G7yIYiCfjVERfrax0Sck8RKI3TGHhDhlPdTIXZoFMkFln9gSfyK8WMHAahw0sHlm4lkoKdAWbUA9zV3w-MdxnCm3iI87vbv5OiI/s1600/6-4-12-V-1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgY8IYEI4wa3SF-J0ViZK0unmRqi8bKdyqfQm8QlVFA0G7yIYiCfjVERfrax0Sck8RKI3TGHhDhlPdTIXZoFMkFln9gSfyK8WMHAahw0sHlm4lkoKdAWbUA9zV3w-MdxnCm3iI87vbv5OiI/s320/6-4-12-V-1.png" width="246" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="color: black;">Conseguenza di tale polarizzazione è che, </span>negli
Stati Uniti, la lotta politica fondamentale, quella per la Presidenza, rischia
di spingere i candidati alla Casa Bianca sempre più lontano dall’elettore
medio. Secondo la fosca previsione di Ackerman “nei prossimi cinquanta o
cent’anni un numero crescente di presidenti governerà da posizioni ideologiche
estreme”.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
Questa tendenza alla polarizzazione concerne però come detto tutte le
democrazie occidentali e in particolare i partiti di destra. E’ interessante il
caso di Israele, anche se la situazione è in questo caso molto condizionata dal
contesto internazionale. Chiara è tuttavia anche qui la radicalizzazione del
Likud, alleato con la destra nazionalista di Liebermann, assieme alla quale ha
peraltro ottenuto un risultato assai inferiore alle aspettative nelle elezioni
del 22 gennaio 2013. Alla sua destra, è ora anche insidiato dal partito del
‘Focolare ebraico’ di Naftali Bennett. Ma è il progetto di Kadima, che è stato
negli anni scorsi quasi il prototipo del centrismo, ad essersi dissolto.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
Anche in Europa tale linea di tendenza appare del resto chiara. Si può
anzitutto guardare alla parabola politica di Bayrou in Francia, che aveva
incarnato il progetto centrista, ma è praticamente scomparso. Nelle elezioni
legislative del 2012 non è stato neppure rieletto deputato. Nelle elezioni
presidenziali ha ottenuto la metà dei voti del 2007, piazzandosi quinto, dopo
Hollande e Sarkozy e i due candidati estremisti, Marine Le Pen e Mélenchon.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
In Gran Bretagna, la radicalizzazione dei Tory (incalzati dalla
formazione euroscettica e xenofoba dell’UK Indipendence Party) sta creando seri
problemi ai liberaldemocratici, già ridimensionati da una non esaltante
esperienza di governo assieme ai conservatori. Nel maggio 2011, la sconfitta alle
elezioni amministrative e l’ancor più bruciante sconfitta nel contestuale
referendum sulla riforma del sistema elettorale (due terzi degli inglesi hanno
votato per mantenere il maggioritario del ‘first past the post’) hanno
praticamente cancellato le speranze sorte con il grande successo elettorale dei
liberali nelle elezioni del<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>2010. Tutte
le successive tornate di elezioni locali si sono concluse in modo disastroso
per i lib-dem, il cui crollo nelle prossime lezioni del 2015 è annunciato.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
Complessivamente, la tendenza alla polarizzazione appare un fenomeni
radicato e di non facile assorbimento nelle democrazie occidentali. I progetti
‘centristi’, volti ad arginarla, risultano deboli e inefficaci. Sul piano
politico, una delle possibili soluzioni è la ricerca di grandi coalizioni, in
cui la necessaria coesistenza dei partiti principali depotenzi gli estremisti,
favorendo una convergenza verso soluzioni di compromesso: è questa la tendenza
prevalente nella democrazia tedesca, ove la Grosse Koalition
è l’ipotesi più probabile dopo le elezioni del settembre 2013. Il governo
‘tecnico’, basato su una maggioranza trasversale, è naturalmente un’altra
opzione, ma appare legato a soluzioni d’emergenza, come in Italia dopo le
dimissioni di Berlusconi, nel novembre 2011. </div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
Per quanto riguarda l’Italia, il cosiddetto bipolarismo ‘muscolare’,
assai stigmatizzato,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>è certo un fenomeno
legato a specifiche caratteristiche italiane, ma si inquadra in una tendenza
che investe le principali democrazie occidentali. La radicalizzazione della
destra in senso populista potrebbe perciò non essere legata solo a Berlusconi,
e non essere riassorbita dopo di lui. </div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
Tutto ciò induce peraltro a pensare, sul piano puramente analitico, che
il progetto ‘centrista’ di Monti sia destinato ad incontrare difficoltà
considerevoli, al di là del voto del febbraio 2013. Ciò anzitutto a riguardo
dell’ambizione più alta, quella di scomporre i due poli favorendo la
fuoriuscita dei moderati di entrambi. Ma il problema più generale e grave è che
l’ascesa dei populismi rende estremamente difficile governare le democrazie
sulla base di un ragionevole riformismo, sia esso di tipo democratico o
conservatore. Con il rischio di lasciare alla sola tecnocrazia il compito di
opporsi al populismo. </div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: right; text-indent: 35.45pt;">
Gianluca Sadun Bordoni </div>
filosofia pubblicahttp://www.blogger.com/profile/18237043161935154663noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4950933836285662262.post-33529539141078721542013-02-08T07:08:00.001-08:002013-02-08T07:40:46.061-08:00(Call for Post 1) La funzione pubblica della filosofia analitica<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:TrackMoves/>
<w:TrackFormatting/>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:DoNotPromoteQF/>
<w:LidThemeOther>IT</w:LidThemeOther>
<w:LidThemeAsian>X-NONE</w:LidThemeAsian>
<w:LidThemeComplexScript>X-NONE</w:LidThemeComplexScript>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
<w:SplitPgBreakAndParaMark/>
<w:DontVertAlignCellWithSp/>
<w:DontBreakConstrainedForcedTables/>
<w:DontVertAlignInTxbx/>
<w:Word11KerningPairs/>
<w:CachedColBalance/>
</w:Compatibility>
<w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel>
<m:mathPr>
<m:mathFont m:val="Cambria Math"/>
<m:brkBin m:val="before"/>
<m:brkBinSub m:val="--"/>
<m:smallFrac m:val="off"/>
<m:dispDef/>
<m:lMargin m:val="0"/>
<m:rMargin m:val="0"/>
<m:defJc m:val="centerGroup"/>
<m:wrapIndent m:val="1440"/>
<m:intLim m:val="subSup"/>
<m:naryLim m:val="undOvr"/>
</m:mathPr></w:WordDocument>
</xml><![endif]--><br />
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" DefUnhideWhenUsed="true"
DefSemiHidden="true" DefQFormat="false" DefPriority="99"
LatentStyleCount="267">
<w:LsdException Locked="false" Priority="0" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Normal"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="heading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="35" QFormat="true" Name="caption"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="10" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" Name="Default Paragraph Font"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="11" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtitle"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="22" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Strong"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="20" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="59" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Table Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Placeholder Text"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="No Spacing"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Revision"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="34" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="List Paragraph"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="29" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="30" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="19" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="21" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="31" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="32" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="33" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Book Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="37" Name="Bibliography"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" QFormat="true" Name="TOC Heading"/>
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-priority:99;
mso-style-qformat:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:11.0pt;
font-family:"Calibri","sans-serif";
mso-ascii-font-family:Calibri;
mso-ascii-theme-font:minor-latin;
mso-fareast-font-family:"Times New Roman";
mso-fareast-theme-font:minor-fareast;
mso-hansi-font-family:Calibri;
mso-hansi-theme-font:minor-latin;
mso-bidi-font-family:"Times New Roman";
mso-bidi-theme-font:minor-bidi;}
</style>
<![endif]-->
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">Si
ritiene spesso che la filosofia analitica non abbia nessuna funzione pubblica. Vorremmo
mostrare che così non è. Certo non si tratta di una filosofia “epocale”, tale
cioè da fornire l’interpretazione globale di un’epoca storica o di tutta la
vicenda umana, come possono essere stati il marxismo o l’esistenzialismo; ciò
però non significa affatto che la filosofia analitica non possa avere
un’importante funzione pubblica, in un senso a un tempo più limitato e più preciso
del termine. Essa può infatti aiutarci a capire meglio problemi specifici
rilevanti per decisioni di carattere pubblico. Qui non ci occuperemo di casi di
filosofia politica, ad esempio che cosa debba intendersi per giustizia,
eguaglianza o libertà. Al contrario, cercheremo di abbozzare tre casi
ascrivibili all’alveo della filosofia teoretica e del linguaggio, per mostrare
come una loro comprensione alla luce di un paradigma analitico possa avere
importanti ripercussioni pubbliche.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; tab-stops: 45.8pt 91.6pt 137.4pt 183.2pt 229.0pt 274.8pt 320.6pt 366.4pt 412.2pt 458.0pt 503.8pt 549.6pt 595.4pt 641.2pt 687.0pt 732.8pt; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Primo caso: identità personale - vaghezza</span></b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">. Che cos’è
una persona? Questa domanda solleva grandi interrogativi teorici che hanno una estrema
rilevanza per questioni pubbliche come l’aborto e l’eutanasia. Ma quando
possiamo dire che una persona inizia ad esistere? La difficoltà di rispondere a
questa domanda è dovuta, almeno in parte, al fatto che la nozione di persona è
vaga. Infatti, dopo il concepimento e prima della nascita c'è un periodo in cui
non è chiaro se, il pre-embrione, l'embrione o il feto siano da considerarsi una
persona. Per molti è una questione intrinsecamente indeterminata se in questo
periodo il feto sia una persona o no. Per questioni pratiche – ovvero per avere
una normativa – si è deciso a quale settimana dopo il concepimento il feto
debba considerarsi persona. È però opinione diffusa che vi sia un certo grado
di arbitrarietà in questa decisione. L'arbitrarietà deriva dal fatto che tutto
quello che sappiamo sullo stato fisico dell'embrione (età, condizioni
fisiologiche ecc...) non sembra essere sufficiente a determinare una risposta
alla domanda su quando inizi ad esistere una persona durante questo periodo.
Alla domanda se, ad esempio, al 13° giorno dal concepimento sia presente una
persona, si possono dare risposte evasive come “non direi che la cellula sia
una persona, né che non lo sia”, o “si possono dire entrambe le cose”, o “è una
via di mezzo”. In altre parole, possiamo dire che in questa fase la blastocisti
sia un caso <i style="mso-bidi-font-style: normal;">borderline</i> di persona. In
cosa consiste la natura di questi casi borderline? Sono dovuti al significato
della parola “persona” (vaghezza semantica, riparabile con una stipulazione
linguistica), sono un caso di ignoranza di fatti determinati che non possiamo
sapere (vaghezza epistemica, problematica per noi esseri umani non per un eventuale
occhio di dio, ma bisognerebbe credere che esista) o sono i fatti stessi ad
essere indeterminati (vaghezza ontologica, problematica per chiunque e non
rimediabile)? Elaborare una teoria sulla natura della vaghezza ha quindi delle
conseguenze sulla comprensione di questioni, come quella sulla persona, che
hanno un ruolo cruciale nel dibattito pubblico.</span></div>
<div class="MsoNormalCxSpMiddle" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">Secondo caso: il disaccordo</span></b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">.
Siamo spesso in disaccordo con altri su molte questioni e in tanti casi non è
chiaro chi ha ragione e chi ha torto. Supponiamo di dover pagare il conto di
una cena. Dopo un breve calcolo mentale, affermiamo che dobbiamo dare 25 euro a
testa, ma un nostro amico dice che ne dobbiamo dare 27. Siamo in disaccordo, pur
avendo letto lo stesso scontrino ed avendo le stesse abilità nel compiere semplici
operazioni aritmetiche. L’epistemologia contemporanea di matrice analitica si
chiede: il fatto stesso di essere in disaccordo con qualcuno che ha accesso
alle nostre stesse informazioni deve portarci a rivedere le nostre opinioni?
Cos’è razionale credere in questi casi? Potrebbe sembrare razionale rivedere le
nostre credenze. Dopo tutto, dato che l’amico ne sa quanto noi, non si vede
perché lui debba avere meno probabilità di avere ragione. Persistere nel
disaccordo sarebbe segno di cocciutaggine, non di razionalità; faremmo dunque
meglio a trovare una soluzione comune, come ad esempio sospendere il giudizio
sulla questione. Tuttavia, la sospensione del giudizio è una scelta perniciosa
quando applicata a casi di disaccordo controversi e che ci stanno più a cuore,
come ad esempio un disaccordo sulla liceità morale dell’aborto. Se sospendere
il giudizio fosse la sola opzione razionale, ci troveremmo di fronte a un esito
scettico che lascerebbe poco spazio alla possibilità di compiere progressi
nella comprensione del problema in esame. Disaccordi come quello sulla liceità
morale dell’aborto sono al centro di importanti dibattiti politici e culturali.
Stabilire cos’è razionale credere in casi controversi di disaccordo può quindi giovare
alle azioni politiche e sociali da intraprendere nei confronti di temi così
delicati.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">Terzo caso: la testimonianza</span></b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">.
Gran parte della nostra conoscenza dipende dalla testimonianza. Sappiamo che
Napoleone fu sconfitto a Waterloo nel 1815 perché l’abbiamo letto sui libri di
storia; sappiamo che il premier ha detto che l’Europa deve impegnarsi di più
per la crescita perché l’abbiamo letto sui giornali o sentito alla televisione.
Un’idea intuitiva, però, è che sappiamo tutto questo solo nella misura in cui
si può dimostrare che le nostre fonti sono affidabili. Tuttavia, mentre in
alcuni casi è possibile farlo, usando metodi che a loro volta non presuppongono
la testimonianza, in altri è del tutto impossibile. Non possiamo risalire
indietro nel tempo e verificare direttamente l’accuratezza delle testimonianze
storiche su Napoleone; e neppure nel caso del discorso del premier possiamo viaggiare
nel tempo e verificare direttamente quello che ha detto. Al più possiamo solo
confrontare varie testimonianze tra loro, ma non possiamo uscire dal circolo
della testimonianza. E se, per caso, le varie fonti fossero state orchestrate
ad arte, come potremmo, sulla base solo delle testimonianze, scoprire
l’inganno? Di fronte a un tale scenario scettico, dobbiamo forse concludere che
dopo tutto non sappiamo che Napoleone fu sconfitto a Waterloo o che il premier
ha invitato l’Europa a fare di più per la crescita? Se questa conclusione fosse
inevitabile il risultato sarebbe catastrofico, perché a ben guardare una messe
enorme di conoscenze sarebbero solo presunte tali, proprio perché basate, in
ultima istanza, unicamente su fonti testimoniali. Se vogliamo salvaguardare
l’idea che dopo tutto abbiamo (almeno parte del) le conoscenze che riteniamo di
avere, non possiamo fare altro che negare l’assunto di partenza; ovvero che per
essere affidabile la testimonianza debba essere indipendentemente verificabile.
Oggigiorno un intenso dibattito all’interno dell’epistemologia di tradizione
analitica si confronta sul se e come dar senso all’idea che la testimonianza,
al pari della percezione, possa essere una fonte di conoscenza basilare,
mettendo in campo sofisticati strumenti di analisi. Com’è però del tutto
evidente, tale questione è d’importanza cruciale per capire la nostra reale
situazione epistemica, che, oggi più che mai, in un’era d’informazione di
massa, può determinare importanti scelte politiche d’impatto enorme per la vita
dei cittadini.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">In
questa breve rassegna abbiamo mostrato la rilevanza pubblica di alcuni temi
oggi molto discussi nell’ambito della filosofia analitica. Non abbiamo fatto
vedere a fondo l’impatto che le diverse risposte a questi quesiti possono avere
su scelte di carattere pubblico. I limiti di spazio di questo intervento non lo
consentono. In ogni caso, il punto fondamentale è che le <i style="mso-bidi-font-style: normal;">domande</i> su cui s’interrogano i filosofi analitici, prim’ancora che
le varie risposte che ad esse danno, non sono questioni di lana caprina o sul
sesso degli angeli, ma quesiti centrali per impostare correttamente discorsi di
enorme rilevanza pubblica.</span></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Annalisa Coliva</span></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Sebastiano Moruzzi</span></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Michele Palmira</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<br /></div>
filosofia pubblicahttp://www.blogger.com/profile/18237043161935154663noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4950933836285662262.post-42504444893805036362013-01-20T14:10:00.002-08:002013-01-20T14:10:18.215-08:00Realismo, antirealismo e differenza culturale<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:TrackMoves/>
<w:TrackFormatting/>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:DoNotPromoteQF/>
<w:LidThemeOther>IT</w:LidThemeOther>
<w:LidThemeAsian>X-NONE</w:LidThemeAsian>
<w:LidThemeComplexScript>X-NONE</w:LidThemeComplexScript>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
<w:SplitPgBreakAndParaMark/>
<w:DontVertAlignCellWithSp/>
<w:DontBreakConstrainedForcedTables/>
<w:DontVertAlignInTxbx/>
<w:Word11KerningPairs/>
<w:CachedColBalance/>
</w:Compatibility>
<w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel>
<m:mathPr>
<m:mathFont m:val="Cambria Math"/>
<m:brkBin m:val="before"/>
<m:brkBinSub m:val="--"/>
<m:smallFrac m:val="off"/>
<m:dispDef/>
<m:lMargin m:val="0"/>
<m:rMargin m:val="0"/>
<m:defJc m:val="centerGroup"/>
<m:wrapIndent m:val="1440"/>
<m:intLim m:val="subSup"/>
<m:naryLim m:val="undOvr"/>
</m:mathPr></w:WordDocument>
</xml><![endif]--><br />
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" DefUnhideWhenUsed="true"
DefSemiHidden="true" DefQFormat="false" DefPriority="99"
LatentStyleCount="267">
<w:LsdException Locked="false" Priority="0" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Normal"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="heading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="35" QFormat="true" Name="caption"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="10" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" Name="Default Paragraph Font"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="11" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtitle"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="22" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Strong"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="20" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="59" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Table Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Placeholder Text"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="No Spacing"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Revision"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="34" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="List Paragraph"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="29" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="30" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="19" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="21" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="31" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="32" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="33" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Book Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="37" Name="Bibliography"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" QFormat="true" Name="TOC Heading"/>
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-priority:99;
mso-style-qformat:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin-top:0cm;
mso-para-margin-right:0cm;
mso-para-margin-bottom:10.0pt;
mso-para-margin-left:0cm;
line-height:115%;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:11.0pt;
font-family:"Calibri","sans-serif";
mso-ascii-font-family:Calibri;
mso-ascii-theme-font:minor-latin;
mso-fareast-font-family:"Times New Roman";
mso-fareast-theme-font:minor-fareast;
mso-hansi-font-family:Calibri;
mso-hansi-theme-font:minor-latin;}
</style>
<![endif]-->
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 6pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Si fa un gran parlare di ritorno al
realismo, inteso come la tesi secondo la quale ci sono fatti che non dipendono
dai nostri schemi concettuali e dunque è possibile ristabilire un contatto con
una realtà invariante e non emendabile. A prescindere dall’insoddisfazione
teorica per questa posizione, vorrei spendere due parole sul rapporto tra
realismo – inteso in questa accezione – e politica. Secondo alcuni realisti
esiste un nesso diretto fra rifiuto del realismo e ascesa del populismo: gli
antirealisti rinunciano agli strumenti critici per denunciare le distorsioni
della realtà operate dai populisti. Ne segue che l’adozione di un atteggiamento
realista è una precondizione della critica del populismo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 6pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Quest’idea sembra plausibile per chi
ritiene che solo il realismo possa servirsi in modo appropriato della nozione
di verità, mentre gli antirealisti vengono condannati dalle loro concessioni a
una realtà costruita e dunque, in ultima analisi, cangiante e illusoria. In
risposta vorrei osservare che il problema è quello di stabilire di che nozione
di verità abbiamo bisogno. Il realista, infatti, ipotizzando un modo di oggetti
naturali inemendabili sembra orientato verso una concezione assolutista e
corrispondentista della verità, secondo la quale esiste un’unica descrizione
vera del mondo. Ma, a mio giudizio, concepire la verità in questi termini è
inutile oltre che politicamente pericoloso. È inutile perché quando si tratta
di smascherare i camuffamenti del potere la distinzione tra teorie della verità
di stampo realista o antirealista non viene in causa. In altre parole, quando
si dice, per esempio, che “è vero che Saddam Hussein non disponeva di armi di
sterminio di massa” non credo che il realista intenda qualcosa di diverso
dall’antirealista. Non c’è bisogno di credere in una realtà invariante e
indipendente per afferrare il senso di questa affermazione. Certo, domani
potrebbero emergere nuove prove che ci inducano a ritenere che dopo tutto
Saddam <i>disponeva</i> di armi di distruzione di massa. Ma questa circostanza
vale sia per il realista che per l’antirealista.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 6pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Il terreno dove emerge la differenza
tra realismo e antirealismo è in rapporto a questioni normative legate
all’ordinamento dei valori in rapporto il pluralismo che contrassegna le nostre
società postmoderne, caratterizzate da elevati livelli di variabilità
culturale, sociale, linguistica e religiosa. Ma in questo caso la differenza è
tutta a sfavore del realista. Alcune delle questioni più spinose legate alla
convivenza multiculturale (questioni legate all’esibizione dei simboli
religiosi nei luoghi pubblici, alle mutilazioni genitali femminili, alla
regolamentazione dei rapporti familiari) non sembrano risolubili una volta per
tutte. È difficile persino immaginare che esista una soluzione definitiva,
giusta in ogni tempo e luogo. Se il realista pensa di poter trattare i valori
come la realtà esterna, sostenendo cioè che esiste una risposta più corretta di
altre cui tutti dobbiamo conformarci, è passibile di essere tacciato di
fondamentalismo. In relazione al <i>fatto</i> del pluralismo dei valori è
chiaro che l’attenersi a una nozione di verità assoluta non può che esacerbare
la conflittualità, conducendo a uno sterile muro contro muro nel quale è
preclusa ogni possibilità di dialogo o di mediazione. Per questo motivo il
progetto emancipativo realista nasce già vecchio, inscrivendosi nel solco dei
movimenti progressisti della seconda metà del ventesimo secolo, nella contrapposizione
ai poteri forti dell’economia e della politica, ma trascurando del tutto le
esigenze di rispetto delle differenti identità che trovano posto all’interno
dei nostri Stati multiculturali. Meglio è allora adottare un atteggiamento
antirealista o costruttivista, secondo il quale la soluzione da seguire è
quella raggiunta al termine di una discussione multilaterale, governata da
idonee procedure.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 6pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Resta il problema dello status delle
procedure che devono permettere la migliore gestione dei conflitti. Possiamo
pensare di sottoporre anch’essi a una discussione il più vasta possibile ma è
chiaro che la scelta delle regole non può essere rinviata indefinitamente. Da
qualche parte bisogna cominciare. Cos’ha da dirci a questo proposito
l’antirealista? Che lo spostamento di attenzione dalla sfera delle decisioni a
quella delle procedure designate per raggiungerle corrisponde a un movimento
più generale cui si può assistere anche rispetto alla realtà naturale,
dall’ambito delle rappresentazioni a quello dei fattori che condizionano la
produzione delle rappresentazioni stesse. Possiamo etichettare questo movimento
come un indebolimento o un ritrarsi della rappresentazione e riflette, se
vogliamo, la <i>dimensione</i> <i>realista dell’antirealismo</i>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 6pt; text-align: right;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"></span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Leonardo Marchettoni</span></div>
filosofia pubblicahttp://www.blogger.com/profile/18237043161935154663noreply@blogger.com5